Rallentamento delle economie, guerre commerciali e “hard Brexit” sono solo le principali fonti di tensione che minano la compostezza dei mercati finanziari
L’ossimoro “Caos calmo” è il titolo di un romanzo di Sandro Veronesi del 2006, che ha dato spunto all’omonimo film del 2008 con Nanni Moretti come attore protagonista. Pietro (Nanni Moretti), rimasto prematuramente vedovo, elabora il lutto seduto sulla panchina di fronte alla scuola della figlia, in un’atmosfera di calma apparente, ma arrovellato dal caos interno che la scomparsa della moglie ha scatenato in lui.
Ebbene il comportamento dei mercati finanziari internazionali la settimana scorsa ci evoca la stessa sensazione di una calma apparente in una situazione internazionale a dir poco caotica. Rallentamento delle economie, guerre commerciali, le probabilità in crescita di una “hard Brexit”, le proteste ad Hong Kong, la crisi di governo italiana, sono solo le principali fonti di tensione che alternativamente minano la serafica compostezza dei mercati finanziari, sostenuti in larga misura dalla psicoterapia messa in atto dalle principali Banche Centrali, attraverso politiche monetarie tornate ad essere espansive.
Sui mercati azionari si alternano le paure legate al possibile rallentamento della crescita degli utili, corollario ineluttabile del rallentamento economico in atto e le improvvise riprese di entusiasmo al minimo accenno di una possibile riapertura del dialogo sino-americano, in un contesto di valutazioni relative in miglioramento grazie al vero e proprio crollo dei rendimenti obbligazionari su scala globale. Ed è proprio una di queste fasi di recupero di entusiasmo che ha consentito ai mercati azionari internazionali di chiudere la settimana in deciso territorio positivo, dopo la doccia fredda del venerdì precedente causata dal “botta e risposta” sull’ulteriore incremento incrociato dei dazi doganali tra Cina e Stati Uniti. Proprio questi ultimi hanno visto il proprio mercato azionario riprendersi dalla correzione della settimana precedente, con l’indice S&P 500 che è rimbalzato del 2,79%, risalendo sopra quota 2.900 (2.926,46).
Quanto all’Europa due le aree in maggiore “ l’Italia ed il Regno Unito Nel nostro Paese la crisi di governo è sfociata in un nuovo incarico al primo ministro dimissionario Giuseppe Conte da parte del Presidente Mattarella, data l’apparente volontà emersa nei colloqui al Quirinale da parte del partito di maggioranza relativa Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico di voler provare a costituire un nuovo esecutivo, subito battezzato dai media il governo “ pur in presenza mentre scriviamo ancora di notevoli incertezze relative al programma ed all’eventuale composizione della lista dei ministri.
La reazione del mercato italiano è stata assai positiva data la percezione che la nuova maggioranza dovrebbe allentare i toni euroscettici ed avere un atteggiamento più cooperativo con le Istituzioni Europee in vista del grande scoglio autunnale rappresentato dalla legge di bilancio per il 2020 Risultato finale un Indice FTSE Mib in grande spolvero con un 4 15 ed il differenziale del nostro BTP decennale rispetto all’omologo tedesco che scende di ben 30 punti base per chiudere a 170 dopo aver toccato i minimi di 160 punti base subito dopo il conferimento dell’incarico L’evoluzione della crisi italiana ed il rasserenamento post G7 hanno altresì consentito all’ indice dell’Area Euro Eurostoxx 50 di archiviare la settimana con un rialzo del 2,77%.
Quanto al Regno Unito a sorpresa il Primo Ministro Boris Johnson ha chiesto ed ottenuto dalla Regina la sospensione dell’attività del Parlamento britannico fino al 14 ottobre, adducendo motivi legati alla necessità di predisporre il nuovo programma di governo, ma sollevando il ragionevole dubbio che l’azione sia in realtà mirata ad impedire al Parlamento di porre in essere atti che possano ostacolare un’eventuale uscita senza accordo dalla UE a fine ottobre Il tutto senza peraltro scalfire la calma apparente del mercato azionario, con il FTSE 100 che comunque registra una chiusura positiva a +1,6% ed una sterlina sostanzialmente stabile Infine, l’Asia mostra un rialzo più contenuto dato che assorbe il venerdì nero in ritardo, essendo chiusa al momento delle dichiarazioni cinesi sui nuovi dazi e delle risposte di Trump Il Giappone chiude pressoché invariato la settimana (Indice Nikkei 225 -0,03%) ed i mercati emergenti registrano un rialzo dell’ 1,1%.
Sui mercati obbligazionari governativi stabili sui minimi di periodo i rendimenti decennali sulle curve tedesca (-0,7%) e statunitense (1,5%) in attesa delle prossime mosse settembrine delle rispettive Banche Centrali Sulle divise da segnalare la rottura al ribasso del livello 1,10 per il cambio Euro/dollaro, mentre sulle commodity continua il recupero del petrolio e si stabilizza l’oro In conclusione, sarà interessante osservare se questa calma nel caos riuscirà ad essere mantenuta, ponendo così le basi per un recupero più solido dei mercati, o se dovremo rassegnarci a stare fermi sulla panchina del parco finché alcuni nodi tra quelli citati non siano risolti in via definitiva.
Commento a cura di Giordano Beani, Head of Multi-Asset Fund Solutions Italy di Amundi SGR