Il team del fondo HI EMIM Africa ha completato un viaggio di investimento nell’Africa Subsahariana, toccando Ghana, Nigeria, Rwanda, Kenya e Zimbabwe
Ecco alcuni degli spunti raccolti sulla situazione in questi Paesi:
- Il governo del Ghana sta lavorando sul settore energetico, riequilibrando il budget di bilancio e incoraggiando investimenti esteri. VW e Sino Truck hanno intenzione di costruire impianti di assemblaggio nel Paese e anche Renault è interessata. Il settore petrolifero sta andando bene. Inoltre, il Ghana ospiterà la nuova sede per l’Africa Free Trade Agreement.
- In Nigeria, le banche stanno finalmente prestando anche ai consumatori, dopo anni in cui si sono focalizzate unicamente sulle aziende. La costruzione della raffineria di Dangote sta progredendo e nel 2021 azzererà l’importazione di diesel: un elemento molto positivo per la valuta. Ci sono anche progetti per aumentare la fornitura di gas al settore energetico. A Lagos, è stato messo in funzione un nuovo sistema di mezzi pubblici.
- Il Rwanda è un ottimo esempio delle potenzialità del continente africano e sta crescendo al 7%. Kigali è una città pulita e ricca di nuovi edifici e hotel. Inoltre, il presidente Kagame ha un’influenza molto positiva su tutto il continente: gli esponenti dei governi di Congo, Benin e Zimbabwe stanno visitando il Rwanda per chiedere consigli sui piani di sviluppo.
- La crescita in Kenya è più lenta, attorno al 5%, ma la valuta è stabile e le società a livello globale stanno aprendo uffici a Nairobi per beneficiare del bacino di 140 milioni di persone della comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (ECOWAS).
- In Zimbabwe lo scenario è molto più confuso. Vi sono code per il carburante e le società faticano ad ottenere dollari per l’importazione dei beni. I prezzi degli attivi sono estremamente attraenti e sono sui livelli in dollari più bassi mai visti.
In generale, ad agosto abbiamo ridotto la nostra esposizione all’azionario africano e aumentato quella alle obbligazioni denominate in dollari, euro e valuta locale. I bond governativi africani infatti offrono rendimenti molto attraenti del 6-8% in dollari USA e dell’8-15% in valuta locale. Gli indicatori in Africa e a livello globale segnalano un rallentamento: in questo scenario preferiamo la maggiore visibilità sui rendimenti offerta dai bond governativi rispetto all’azionario.
La nostra esposizione ai bond in valuta locale include i treasury bill a breve duration egiziani e nigeriani, asset che abbiamo tenuto in portafoglio negli ultimi due anni. Investiamo anche nelle obbligazioni governative del Kenya legate alle infrastrutture, che offrono un rendimento del 10%, e nei bond Sudafrica 2026.
La nostra esposizione obbligazionaria in dollari consiste in bond a duration più lunga emessi da Kenya, Egitto, Nigeria, Angola, Ghana, Senegal e Costa d’Avorio. Abbiamo in portafoglio anche emissioni in euro di Costa d’Avorio, Benin e Tunisia, con rendimenti al 6%. Generalmente nella parte in valuta forte deteniamo bond con scadenza più lunga. I rendimenti in dollari delle obbligazioni africane sono più alti rispetto al resto del mondo e i bond con duration maggiore beneficeranno di un fenomeno di convergenza tra i titoli emessi da emettenti governativi.
Infine, allochiamo il 18% del fondo su investimenti azionari sui quali abbiamo operato un’analisi fondamentale e per i quali riteniamo vi siano buone prospettive. La maggior parte di queste posizioni sono nel settore bancario e telecom.
Commento a cura di Erik Renander, gestore del fondo HI EMIM Africa, Hedge Invest Sgr