T. Rowe Price L’inversione a U del Regno Unito sui green bond I bond governativi green britannici (green Gilt) sono in arrivo nonostante le preoccupazioni iniziali da parte del Debt Management Office, organismo interno al Ministero del Tesoro britannico.
L’imperativo politico di dimostrare impegno nei confronti dell’agenda sul cambiamento climatico ha prevalso rispetto all’attenzione più tradizionale degli emittenti sovrani riguardo alla liquidità dei singoli bond e alla fungibilità dei flussi di cassa. I green bond britannici sono attraenti? I green Gilt probabilmente saranno interessanti per gli investitori che credono che questa sia la mossa giusta per segnalare l’impegno non negoziabile nei confronti dell’ambiente, e che grazie a questa convinzione potrebbe essere premiati. Vale anche la pena notare che i primi Bund verdi emessi l’anno scorso dalla Germania al momento scambiano circa 5 punti base al di sopra rispetto alle obbligazioni decennali identiche garantite dal Governo tedesco emesse nello stesso momento.
Anche se i contribuenti tedeschi non hanno ottenuto questo beneficio iniziale dato che il premio all’inizio era molto più basso, le emissioni primarie potrebbero diventare più economiche per chi riuscirà a costruire una curva obbligazionaria green completa, con emissioni che vadano a coprire tutte le scadenze. Quando il ‘green’ diventa un tema politico Il lancio di questi green bond da parte del Governo britannico probabilmente innalzerà le qualità ambientali e sociali di queste obbligazioni. Ci sono tuttavia alcuni punti di domanda, dato che non tutti i Governi applicheranno gli stessi standard in termini di credibilità ‘green’. Per esempio, i green Gilt verranno considerati più ‘verdi’ rispetto ai Bund o viceversa? Il diavolo è nei dettagli. La prospettiva di un numero maggiore di Paesi che emettono green bond farà probabilmente migliorare la loro qualità o idoneità più in generale.
A cura di Quentin Fitzsimmons, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – Global Aggregate Bond Fund