Le elezioni hanno dato al Partito Conservatore la maggioranza di cui aveva bisogno. Il “Brexit day” è giunto, ma la saga è ancora lontana dall’essersi conclusa.
Il 23 giugno 2016 in un referendum il Regno Unito ha votato per uscire dall’Unione Europa con un margine di 52% voti favorevoli, contro il 48% contrari. Da allora, il dibattito su come e quando sarebbe avvenuta l’effettiva uscita ha dominato le notizie nel Regno Unito e non solo.
Le elezioni di dicembre 2019 hanno dato al Partito Conservatore la maggioranza di cui aveva bisogno per far passare l’Accordo di Recesso al Parlamento britannico, aprendo la strada all’uscita dall’UE il 31 gennaio. Tuttavia, questa data non rappresenta certo la fine della storia di Brexit.
E ora? Ecco cosa si aspettano gli investitori.
In una serie di conferenze che Schroders ha tenuto di recente nel Regno Unito e in Irlanda, il nostro team di economisti ha chiesto ai partecipanti quali a loro avviso sarebbero stati i prossimi step. Nello specifico, a che punto sarebbe stata la relazione tra UK e UE all’inizio del 2021, dopo la fine del periodo di transizione.
La maggioranza dei rispondenti (52%) ha individuato lo scenario più probabile nella “Limbo Brexit”, secondo cui a inizio 2021 il periodo di transizione sarà stato esteso oltre la scadenza e l’accordo con l’UE sarà ancora in fase negoziale. Da notare che i partecipanti a Dublino sono stati tra i principali sostenitori di questo scenario “limbo”, individuato dal 68%.
A distanza di un anno da oggi, in che posizione si troverà il Regno Unito in riferimento a Brexit?
Azad Zangana, Schroders Senior European Economist and Strategist, ha commentato: “L’opzione ‘Hard Brexit’ sembra essere più coerente con la linea intrapresa attualmente dal Governo britannico. Colpisce il fatto che pochissimi partecipanti si aspettano che non ci sarà un accordo e un altro salto nel vuoto alla fine del periodo di transizione. La grande maggioranza dei rispondenti sembra aspettarsi un accordo di qualche tipo o un’estensione del periodo di transizione, il che rappresenterebbe lo scenario più auspicabile agli occhi dei mercati. Se avranno ragione, ciò implicherà una significativa riduzione dell’incertezza politica e della volatilità, rispetto agli ultimi 12 mesi”.
Timeline di Brexit
00:00 CET del 31 gennaio 2020– Il Regno Unito esce dall’Unione Europea
Questo momento segna l’uscita ufficiale del Regno Unito dall’Unione Europea e il suo ingresso in un periodo di transizione, che al momento dovrebbe durare fino al 31 dicembre 2020. Il Regno Unito non avrà più rappresentanti al Parlamento Europeo ma resterà nell’unione doganale e nel mercato unico fino alla fine del periodo di transizione. Resteranno operativi nel Regno Unito anche i circa 40 accordi commerciali che l’Unione Europea ha con altri Paesi.
Il Regno Unito non potrà più decidere di restare nell’UE revocando l’Articolo 50 (meccanismo attraverso cui i Paesi possono lasciare l’Unione). Potrà iniziare a negoziare accordi commerciali con altri Paesi, anche se questi non potranno essere implementati fino a quando il Regno Unito non uscirà dall’unione doganale europea.
11 febbraio 2020 – Aggiornamento dei dati sul Pil britannico
La pubblicazione di questi dati mostrerà la performance dell’economia britannica nell’ultimo trimestre del 2019. L’ultima pubblicazione di tali dati ha mostrato una crescita del Pil UK dello 0,1% nei tre mesi a fine novembre, ma allo stesso tempo un calo dello 0,3% nel solo mese di novembre.
Zangana ha commentato: “Gli ultimi dati sul Pil britannico sono stati fortemente distorti da stoccaggio e destoccaggio delle aziende in vista delle varie estensioni della deadline per Brexit. In generale, questi dati indicano che l’economia si è trovata a dover affrontare l’incertezza generata da Brexit. Le famiglie continuano a spendere, anche se le imprese restano caute. Gli indicatori futuri suggeriscono che l’economia rallenterà ulteriormente nei prossimi mesi, in un contesto di crescita globale contenuta.
“Con la riduzione del rischio di un’uscita senza accordo, c’è minore necessità di accumulare scorte, dato che ci stiamo avvicinando alla deadline del 31 gennaio 2020. Riteniamo quindi che la crescita di breve termine potrebbe essere abbastanza debole, via via che le scorte vengono smaltite. Esiste anche un rischio di recessione tecnica, vale a dire due trimestri consecutivi di crescita negativa. Tuttavia, abbiamo fiducia nel fatto che l’economia si riprenderà e che la crescita accelererà a partire dalla seconda metà dell’anno”.
Fine febbraio / inizio marzo 2020 – Accordo sul mandato e avvio dei negoziati
I ministri europei dovrebbero incontrarsi a Bruxelles a fine febbraio per approvare il mandato negoziale per le relazioni future con il Regno Unito. La questione commerciale sarà il grande focus di tali negoziati, che tuttavia dovrebbero occuparsi anche di ambiti come difesa e sicurezza, aviazione e regolamentazione farmaceutica.
11 marzo 2020 – Budget UK
Questo sarà il primo bilancio del nuovo Governo Conservatore di Boris Johnson. Il Budget verrà gestito dal Cancelliere dello Scacchiere Sajid Javid.
Zangana ha commentato: “Nel loro manifesto, i Conservatori hanno promesso un aumento della spesa, anche se tale aumento rappresenterà soltanto un ulteriore 0,3% rispetto all’attuale spesa dei dipartimenti di governo. Gli investimenti pubblici dovrebbero crescere del 10%, tuttavia entrambi questi dati sono molto inferiori rispetto a quanto prospettato dai laburisti.
Ciò segnala tuttavia la fine dell’austerity. Rappresenta anche la fine delle regole fiscali esistenti, con l’attuale governo che non intende mirare a un budget bilanciato nel periodo parlamentare”.
26 marzo 2020 – Primo meeting della Bank of England sotto la guida del nuovo governatore
Andrew Bailey prenderà il posto di Mark Carney alla guida della Bank of England (BoE) il 16 marzo. Il primo meeting sui tassi di interesse del nuovo governatore sarà dieci giorni dopo. Tale incontro verrà monitorato alla ricerca di eventuali segnali di risposta a Brexit e al bilancio da parte della BoE.
Zangana ha commentato: “Non riteniamo che il cambio di leadership porterà a cambiamenti significativi nelle politiche della Bank of England. Il Monetary Policy Committee terrà certamente conto sia di Brexit che del nuovo bilancio. Tuttavia, valutazioni dettagliate sullo stato dell’economia britannica saranno più probabilmente disponibili nel Rapporto trimestrale sulla politica monetaria di maggio. Per la Banca, sarà la prima occasione dopo Brexit di esporre le analisi e le proiezioni di cui si avvale per valutare eventuali modifiche dei tassi d’interesse.”
Giugno 2020 – Summit per valutare lo stato delle negoziazioni tra UE e UK
Ci si aspetta che verrà organizzato un summit per valutare i progressi nelle negoziazioni sulle relazioni future tra UE e UK. Tecnicamente giugno è l’ultimo mese a disposizione del Regno Unito per richiedere un’estensione del periodo di transizione oltre il 31 dicembre 2020. Tale fase potrebbe essere allungata fino al 31 dicembre 2022, anche se il Governo britannico ha già legiferato per evitare ulteriori ritardi.
Fine novembre 2020 – Deadline per l’accordo
Per far sì che possa essere ratificato entro la fine dell’anno, l’accordo tra Unione Europea e Regno Unito dovrà essere presentato al Parlamento Europeo entro la fine di novembre.
31 dicembre 2020 – Fine del periodo di transizione
Se verrà raggiunto un accordo, le nuove regole del rapporto tra UE e UK diventeranno effettive.
Se non ci sarà un accordo e non verrà pattuita neanche un’estensione del periodo di transizione, le relazioni tra UE e UK torneranno sotto il framework di regole del WTO. Inoltre, gli accordi commerciali esistenti tra l’UE e i paesi terzi non varranno più per il Regno Unito, a meno che tali accordi non siano già stati rinnovati o che non ne siano stati conclusi di nuovi.
Commento a cura di Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist, Schroders