Brexit, guardare al di là delle incertezze in Gran Bretagna

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UK

Negli ultimi anni la Brexit e l’incertezza politica hanno pesato sull’azionario UK, che ha sottoperformato rispetto alle controparti sin dal referendum del 2016

In seguito agli avvicendamenti delle scorse settimane a Westminster, mi aspetto che un numero crescente di operatori sui mercati deciderà di confinare l’azionario UK nella categoria “troppo complesso”. Potrebbero ricominciare a girare presto nuovi aneddoti di investitori esteri che vendono i loro ultimi titoli UK.

Negli ultimi anni la Brexit e l’incertezza politica hanno pesato sull’azionario UK, che ha sottoperformato rispetto alle controparti sin dal referendum del 2016. Di conseguenza, rispetto all’azionario globale, i titoli UK presentano al momento le valutazioni più basse mai raggiunte negli ultimi decenni.

I titoli britannici focalizzati sull’economia domestica hanno sofferto più degli altri. È comprensibile il timore dell’incertezza e tra oggi e la deadline del 31 ottobre restano troppi rischi per una Brexit ordinata. Tuttavia, in quanto stock picker, accolgo con favore le opportunità sottovalutate nate in questo contesto.

I cambiamenti negli ultimi anni
Nel periodo compreso tra metà 2013 e fine 2015, l’economia britannica ha sovraperformato rispetto a quella globale, la sterlina era molto forte e le società britanniche domestiche hanno sovraperformato rispetto a quelle focalizzate sui mercati globali. Poi, all’aumentare dei timori legati a Brexit e con il voto favorevole all’uscita dall’UE, questa tendenza si è capovolta.

I tassi di cambio hanno svolto un ruolo chiave in tal senso, dato che la sterlina più debole ha spinto al rialzo il valore delle società UK focalizzate sui mercati esteri. Tra queste rientrano alcune delle principali compagnie petrolifere, di gas e di estrazione britanniche, multinazionali di beni di consumo e di farmaci, società di ingegneristica leader a livello globale e business media internazionali. Tuttavia, tale rovesciamento ha anche portato le società domestiche a subire un declassamento a livello di rating, a causa delle preoccupazioni su una possibile crescita inferiore dell’economia dopo l’uscita dall’UE.

Alla fine del 2018 l’ex Primo Ministro Theresa May faticava a trovare sostegno sull’accordo per l’uscita dall’UE. I rating di alcune banche focalizzate sul mercato domestico, di alcune società immobiliari, di costruzioni, di beni di consumo, alimentari, di media e utility si sono spostati su livelli estremamente bassi. Questa tendenza è stata dimostrata da diverse metriche, compresi i rapporti prezzo/utili. Tuttavia, anche i mercati globali molto complessi hanno giocato un ruolo in tal senso.

Le valutazioni ora potrebbero non essere più così depresse, dato che i mercati globali si sono mossi al rialzo nel 2019, dopo che le azioni delle banche centrali si sono dimostrate di supporto. Tuttavia, è da notare che negli ultimi tre mesi sono state presentate diverse offerte di private equity, alcune delle quali per aziende focalizzate sul mercato domestico.

Dopo la fuga degli investitori, questi acquirenti hanno sfruttato le relative opportunità delle azioni britanniche a livello di valutazioni, la debolezza della sterlina e il finanziamento del debito a basso costo pronto per l’uso. I target tra le società domestiche hanno incluso gli operatori di pub britannici Greene King e EI Group, nonché BCA Marketplace, che possiede il portale WeBuyAnyCar.com.

Uno sguardo più ampio sul futuro
È possibile che quest’anno si terranno nuove elezioni generali in UK, per la terza volta in cinque anni. Gli investitori domestici potrebbero iniziare a speculare sulle possibili conseguenze per lo stato di salute dell’economia in futuro. Ciò potrebbe pesare ulteriormente sulle valutazioni del mercato azionario, soprattutto per i settori focalizzati sull’economia domestica.

Tuttavia, in tempi come questi, è utile non fissarsi su uno solo tra i potenziali risvolti. È d’aiuto anche ricordare la struttura unica del mercato azionario britannico, che in totale ricava circa i 2/3 dei profitti dall’estero. Di conseguenza, ha un livello di diversificazione intrinseco. Questi utili esteri sono alla base dei rendimenti del mercato.

Il rendimento dell’equity britannico è stato più elevato rispetto a quello dell’azionario globale soltanto nel corso della recessione del 1991 e nel picco della bolla di tecnologia, media e telecomunicazioni (TMT). In termini assoluti, il mercato azionario britannico al momento ha rendimenti attorno al 4,8% (MSCI UK Index, 30/08/2019). Un risultato molto positivo rispetto al rendimento medio degli ultimi 30 anni, attorno al 3,5%. Si tratta di un dato particolarmente attraente se si considera che i tassi di interesse a livello globale e i rendimenti obbligazionari sembrano destinati a restare più bassi più a lungo. Perché tali rendimenti possano tornare alla loro media di lungo termine, è necessario che il mercato salga o che arrivino notizie negative e che le società taglino le spese.

L’economia globale assomiglia sempre più ad una bicicletta instabile, dato che la crescita ha rallentato ampiamente dalla primavera di quest’anno, e potrebbe ribaltarsi al minimo dissesto della strada. Le incertezze più ampie a livello politico, come quelle sulla trade war tra Usa e Cina, richiedono di essere monitorate con attenzione.

Non è possibile sapere come e quando questi eventi avverranno, in UK o all’estero. Tuttavia, i mercati si sono ripresi rispetto ai periodi di incertezza passati. Le società con un modello di business affidabile e finanze solide dovrebbero essere in una buona posizione per adattarsi ai cambiamenti in arrivo, creando opportunità per gli stock-picker di lungo periodo come noi.

Commento a cura di Sue Noffke, Head of UK Equities, Schroders

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