Il giorno dopo il voto sulla Brexit, che ha posto Theresa May in una scomoda situazione, la situazione sui mercati appare incerta con conseguente aumento della volatilità.
Pronti al Brexit Mitigation Project
Saker Nusseibeh, Chief Executive di Hermes Investment Management – In risposta allo storico voto di ieri sera, dobbiamo considerare tre elementi chiave. In primo luogo, come azienda, abbiamo messo in atto un Brexit Mitigation Project sulla base della prospettiva di una “hard Brexit” senza alcun accordo di transizione, e pianificato di conseguenza. Pertanto, siamo pronti per affrontare le nuove condizioni di business, sia nel caso in cui il risultato sia un nuovo referendum, o una dilazione sull’articolo 50, sia nell’ipotesi di un accordo o nessun accordo.
Il secondo aspetto riguarda l’effetto sui mercati. Stiamo osservando da vicino per capire gli effetti secondari sulle azioni e sulle valute, compresa la sterlina, e i settori specifici che sono legati al commercio senza frizioni,
Il terzo aspetto, e forse il più importante, è capire come noi, intesi come impresa, e i singoli individui, possiamo contribuire a mitigare i rischi associati a qualsiasi risultato per il nostro Paese. In particolare l’impatto sui pensionati per i quali gestiamo il capitale. La maggior parte delle persone preferirebbe che si ponga fine all’incertezza. Tuttavia, la triste verità, è che l’incertezza continua a prevalere e non sembra esserci un piano B chiaro.
Tutto resta possibile
Stefan Kreuzkamp, Chief Investment Officer di DWS – Purtroppo tutto resta possibile: nuove elezioni, un’estensione della scadenza per l’articolo 50 o anche un secondo referendum. Come molti dei nostri colleghi, anche noi continuiamo a sperare in un’uscita ordinata del Regno Unito dall’UE. Ma il percorso per arrivarci non è chiaro, e in ogni caso presenta molti ostacoli. Dobbiamo anche riconoscere che la probabilità di una Brexit complicata è aumentata.
Anche se la maggioranza dei parlamentari britannici sostengono di volerlo evitare, l’intero processo Brexit continua a essere fortemente guidato dagli interessi dei partiti. Ricordiamo: l’intera impresa è iniziata come un azzardo – fallito – sotto il governo di David Cameron.
Perché poi non dovrebbe alla fine finire così? Fino ad oggi il comportamento dei politici britannici non ha certo ridotto le nostre preoccupazioni a riguardo.
Aumentano le prospettive di incertezza per l’economia britannica
Candriam – Mentre continuiamo a credere che, alla fine, una hard Brexit debba essere evitata, la principale conseguenza del voto di ieri è che probabilmente resterà un clima d’incertezza per almeno un altro paio di settimane. Questo peserà sulla crescita.
Si potrebbe obiettare che l’incertezza era già riscontrabile da un paio di mesi, ma che non ha comunque impedito la ripresa della crescita del Regno Unito o il rialzo del PMI manifatturiero per tutto il mese di gennaio. Tuttavia, questa forza, che contrasta con la debolezza osservata nell’Europa continentale, è fuorviante. Dall’inizio del 2018, solo le scorte hanno dato un contributo sempre più significativo alla crescita, con il governo e le aziende che hanno accumulato stock per prepararsi all’eventualità di una hard Brexit.
Negli ultimi due anni, l’incertezza ha influito pesantemente sulla crescita degli investimenti delle imprese, che tende a 0. Inoltre, nonostante la forza del mercato del lavoro – crescita salariale superiore al 3% e disoccupazione al 4,1% – la spesa delle famiglie è rimasta debole. In questo contesto, il voto di ieri prolunga ulteriormente il periodo di incertezza che l’economia britannica si troverà ad affrontare. Dato l’ormai elevato livello delle scorte, ciò avrà un impatto negativo sull’attività dei prossimi trimestri.
Dopo voto sulla Brexit la sterlina potrà rafforzarsi ancora
Peter Kinsella, Global Head of Forex Strategy di Union Bancaire Privée (UBP) – Come previsto, la Camera dei Comuni del Regno Unito ha votato contro l’accordo sulla Brexit del primo ministro Theresa May. L’entità della sconfitta è significativa, la peggiore disfatta parlamentare per un governo britannico in carica da quasi cento anni. Questa sconfitta significa che la May dovrà tornare a Bruxelles e chiedere concessioni sull’accordo di recesso, ma può darsi che Bruxelles non trovi molta utilità in una nuova fase di negoziati.
Il rapporto sterlina dollaro è diminuito nel corso del pomeriggio di ieri, passando da livelli di circa 1,29 a livelli appena al di sotto di 1,27 prima della votazione, ma si sono ricondotti a livelli intorno a 1,28 dopo il voto. Durante la notte, le volatilità monetarie sono salite alle stelle, ma l’entità della sconfitta non ha sconvolto il mercato del forex.
Il primo ministro britannico May ha ora il mandato di tornare in Parlamento entro tre giorni con una nuova proposta. L’UE ha escluso qualsiasi rinegoziazione dell’accordo di ritiro, il che significa che May non può offrire nulla di nuovo al parlamento. Riteniamo che il risultato più probabile nel breve termine sia un’estensione dell’applicazione dell’articolo 50. Il governo britannico può revocare unilateralmente l’articolo 50, se lo desidera, ma una proroga dell’articolo 50 richiederà l’accordo degli altri Stati membri dell’Unione europea. Non è certo che gli altri 27 Stati membri dell’UE voteranno a favore di questa proroga, ma riteniamo che sia probabile.
È improbabile che l’UE offra al Regno Unito concessioni significative per quanto riguarda l’accordo di recesso. Potrebbero esserci ulteriori chiarimenti in merito alle future relazioni commerciali, ma non prevediamo che l’Unione europea rinunci al suo impegno per quanto riguarda la questione irlandese, avendole data così tanto peso negli ultimi 18 mesi di negoziati. Poiché il parlamento britannico non ha approvato l’accordo di ritiro e probabilmente non può approvare alcun accordo realistico, la probabilità di un secondo referendum è aumentata. Questo è l’unico modo per far sì che l’accordo di ritiro dell’UE sia di competenza del parlamento britannico. Tuttavia, le cose dovranno peggiorare prima che il Primo Ministro May convochi un secondo referendum. La conseguenza principale di ciò, è che la volatilità a breve termine della sterlina rimarrà elevata.
I movimenti di prezzo di ieri sono stati eloquenti; la sterlina si è impennata nonostante l’ampia portata della sconfitta. La maggior parte delle notizie negative sono scontate nei tassi di cambio della sterlina, il che significa che la sterlina subirà un significativo rialzo se il governo britannico chiederà un’estensione dell’articolo 50 o procederà verso un secondo referendum. Va notato che la sterlina è scambiata a livelli estremamente bassi in termini di tasso di cambio effettivo (REER) ponderato e reale. È tra le valute del G10 più economiche in termini di parità di potere d’acquisto (PPP), il che significa che la sterlina si riprenderà significativamente se l’articolo 50 verrà esteso e/o il governo si muoverà verso un secondo referendum.