Credito, le valutazioni generose sono giustificate?

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T. Rowe Price: Credito, le valutazioni generose sono giustificate?

T. Rowe Price: Quest’anno si è creata una congiuntura molto favorevole per i mercati del credito, grazie a politiche monetarie ultra-accomodanti, politiche fiscali espansive e crescita economica in miglioramento.

 

Questi fattori hanno fatto restringere gli spread verso i minimi degli ultimi anni in settori come i bond high yield (HY) statunitensi, portando molti investitori a chiedersi quando possa ancora durare questo trend. A nostro avviso, non c’è motivo di farsi prendere dal panico per ora: i sell-off degli spread creditizi solitamente non sono provocati dalle valutazioni tirate, ma da cambiamenti nello scenario macro. È improbabile che uno sviluppo di questo tipo si verifichi nei prossimi mesi, dato che la ripresa economica dovrebbe proseguire con forza. Analizzare il premium richiesto dagli investitori per detenere bond societari può fornire informazioni utili su cosa ci aspetta. Vale la pena ricordare che i premi creditizi possono essere scomposti in tre elementi: una componente puramente legata alla liquidità, una alla qualità del credito e una al rischio di mercato. Visti i livelli straordinari di stimoli fiscali e monetari, si potrebbe affermare che le componenti di liquidità e qualità probabilmente rimarranno stabili o addirittura si restringeranno ulteriormente da qui in avanti. Dall’altro lato, i fattori tecnici di mercato sono leggermente meno favorevoli per via dell’offerta più alta, e lo stesso vale per i fondamentali, dato l’aumento di fusioni e acquisizioni e altre attività a beneficio degli azionisti.

Tenendo conto di tutto, ha ancora senso investire nel credito, ma crediamo che sia opportuno adottare una maggiore cautela ed essere più selettivi. Il rapporto rischio-rendimento si è deteriorato dall’inizio dell’anno e per questo abbiamo ridotto l’esposizione nelle nostre strategie, pur mantenendo un bias complessivo positivo. Opportunità nei bond convertibili Nel contesto di mercato attuale, abbiamo una preferenza per i bond a scadenza più breve e con maggiore liquidità, oltre che per i crediti che si sono allontanati dai fondamentali. In particolare, ci piacciono le obbligazioni nei settori che hanno sofferto durante la pandemia e che potrebbero essere tra i principali beneficiari della ripresa economica, come quello bancario. Anche la liquidità è importante, e da questo punto di vista preferiamo strumenti derivati e una selezione di bond nel comparto tech, media e telecom, che dovrebbero beneficiare di flussi di ricavi costanti. Il mercato delle nuove emissioni è un’altra area da monitorare. Stanno iniziando ad emergere alcune opportunità più complesse nel credito, soprattutto nel mercato HY europeo. Pur comportando un rischio più alto, offrono un buon potenziale di valore a lungo termine.

Tuttavia, è necessaria una ricerca specializzata per identificare le storie di successo e, ancora più importante, le società da evitare. Per trovare valore è importante anche allargare il proprio orizzonte. Considerando i livelli di spread attuali, cerchiamo di individuare opportunità alternative, come i bond convertibili. Facendo leva sui nostri analisti azionari e obbligazionari, possiamo individuare strumenti che offrono una maggiore convessità al rialzo rispetto ai bond tradizionali. Dati su crescita e inflazione, indicatori chiave per la direzione del mercato Sembra esserci poco che possa far deragliare il sentiment degli investitori verso il credito nel breve termine. Tuttavia, a medio termine, ci sono alcuni fattori di rischio chiave che dovrebbero essere monitorati. Guardare i dati economici sarà particolarmente importante, per vedere se la ripresa sarà sostenibile oltre il secondo trimestre, quando crescita, stimoli e ottimismo riguardo le riaperture dovrebbero raggiungere il culmine. I venti favorevoli degli stimoli fiscali di quest’anno, ad esempio, potrebbero trasformarsi in venti contrari nel 2022, quando la spesa verrà ridotta e le tasse potenzialmente aumentate.

Se i dati economici rimarranno solidi, c’è il rischio che le pressioni inflazionistiche inizino a crescere. In uno scenario simile, la risolutezza delle banche centrali, come la Fed, a rimanere accomodanti potrebbe essere messa alla prova. Qualsiasi segnale di un cambiamento di rotta da parte della Banca Centrale per dirigersi verso un inasprimento può far aumentare ulteriormente i rendimenti dei bond core e influenzare negativamente il sentiment di rischio degli investitori. È improbabile che il credito esca indenne da questo scenario, cosa che evidenzia ancora una volta l’importanza di monitorare i dati economici. Anche l’azionario potrebbe offrire spunti interessanti riguardo l’andamento futuro degli spread creditizi, in particolare il rapporto tra la performance dei titoli large-cap ciclici e quelli difensivi negli USA. In passato, i punti di minimo di questo indicatore hanno anticipato un ampliamento degli spread creditizi. Attualmente, il rapporto rimane su un trend rialzista, ma se dovesse invertirsi potrebbe rappresentare un campanello di allarme.

 

A cura di Saurabh Sud, Portfolio Manager, Fixed Income, T. Rowe Price

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