Il presidente Donald Trump gode di un vantaggio significativo sui suoi rivali del Partito democratico in vista delle elezioni USA del 2020
Le elezioni USA del 2016 hanno prodotto uno dei maggiori sconvolgimenti della storia presidenziale americana. È stata anche una delle cinque elezioni USA dal 1788 in cui il candidato vincente ha perso il voto popolare ma si è aggiudicato il collegio elettorale, a conferma della forte polarizzazione dell’elettorato. A causa dell’assenza di un mandato popolare e di indici di gradimento fortemente negativi, per Trump la luna di miele non è mai iniziata. Il suo tasso di approvazione netto non è mai stato positivo. Ha ottenuto indici di gradimento costantemente negativi sulla maggior parte dei temi politici, e giudizi fortemente sfavorevoli riguardo a qualità personali come l’onestà e l’affidabilità. Anche se la strada di Trump verso la rielezione rimane accidentata, le sue prospettive per un altro mandato non sono sfavorevoli come sembrerebbe stando all’analisi dei recenti dati sui sondaggi e all’andamento delle precedenti elezioni USA. Il mercato sta iniziando a scontare una vittoria dei Democratici, come conferma il recente calo dei titoli farmaceutici a causa dei timori di possibili riforme. Tuttavia, è decisamente troppo presto per poter dire chi sarà il vincitore. Mancano 18 mesi alle elezioni presidenziali. Ciò nonostante, in questa fase in cui la politica e la geopolitica stanno esercitando una maggiore influenza sui mercati finanziari, crediamo che questo sia il momento ideale per fare dei pronostici sulla corsa presidenziale. Questo articolo esamina alcuni ipotetici scenari elettorali, le principali iniziative politiche chiave associate e le implicazioni economiche e di mercato. La dinamica elettorale potrebbe tuttavia essere scompaginata in qualsiasi momento dalle ricadute del rapporto Mueller e dall’esito delle altre indagini condotte dal Congresso a livello federale.
Pronostici in salita per Trump
Un’analisi dei fondamentali politici indica una strada in salita per la rielezione di Trump.
• Il suo indice di gradimento è stato in media del 42% durante il suo mandato, mentre il 16 giugno l’indice di disapprovazione era del 53%, con una flessione dell’11% del tasso di approvazione netto. Trump è l’unico presidente non godere di un tasso di approvazione netto positivo a questo punto del primo mandato.
• Nel sondaggio condotto il 24-27 febbraio da NBC/WSJ, Trump risultava distanziato del 7% da un candidato anonimo. Stando a un sondaggio condotto da Morning Consult/Politico tra il 19 e il 21 aprile, era indietro dell’8% rispetto al favorito Joe Biden, mentre in un sondaggio realizzato tra l’11 e il 14 aprile dall’istituto Emerson, era indietro del 3% rispetto a Bernie Sanders.
• Il 17 aprile le aspettative di mercato monitorate da un sito web di scommesse politiche, Predictit, assegnavano ai Democratici una probabilità del 57% di vincere le elezioni USA, mentre una rielezione di Trump veniva data al 43%. Il
trend è stato stabile per gli ultimi tre mesi. Questo sito web di scommesse politiche nel 2016, aveva però elaborato previsioni non accurate.
A molti elettori non piace la personalità di Trump. Stando a un sondaggio della CNN del 14-17 marzo 2019, il presidente americano ottiene un indice di gradimento netto significativamente negativo, rispettivamente del -41%, -25% e -18%, riguardo a caratteristiche della leadership come il temperamento, l’affidabilità e le capacità di gestione. Nel complesso, gli indici di non gradimento superano quelli di gradimento.
Secondo un recente sondaggio Politico/Morning Consult del 5-7 aprile 2019, Trump ha un basso gradimento in diverse aree tra cui l’istruzione, la sanità, la previdenza e l’ambiente. Stando al sondaggio condotto dal centro di ricerca Pew tra il 20 e il 25 marzo 2019, Trump, nonostante il suo maggior successo, ovvero il Tax Cuts and Jobs Act del 2017, riscuote ora un gradimento negativo sulla gestione delle politiche fiscali. In base a sondaggi recenti, sembrerebbe che i Democratici siano riusciti a far passare il messaggio che gli sgravi fiscali sono stati una misura di cui hanno beneficiato soprattutto i ceti più abbienti.
… tuttavia il presidente in carica ha delle chance
Nonostante Trump riscuota un basso indice di gradimento su alcune questioni fondamentali, ha comunque la possibilità di essere rieletto. In passato, un indice di gradimento netto negativo non è stato infatti necessariamente un deterrente alla rielezione. Ronald Reagan fu rieletto con un tasso di approvazione netto del -9%, che non si discosta di molto dall’attuale tasso di Trump del -11%. Per contro, un tasso di approvazione netto positivo non si è tradotto necessariamente in una vittoria. Il presidente George H. Bush, pur godendo di tasso di approvazione netto fortemente positivo (+70%), fu sconfitto sonoramente da Bill Clinton. La posizione di svantaggio di Trump in questa fase così precoce non significa necessariamente che perderà il giorno delle elezioni USA. Clinton fu rieletto nonostante in questa fase del ciclo elettorale fosse dietro a un anonimo candidato repubblicano.
In un sondaggio della Quinnipiac University condotto tra il 21 e il 25 marzo 2019, Trump godeva di un indice di gradimento positivo netto riguardo ad alcuni tratti della sua personalità, ottenendo rispettivamente un punteggio di +46% e +5% alle voci “tiene fede alle sue convinzioni” ed “è un duro nel gestire le crisi”. A mio avviso, questi due fattori potrebbero essere sufficientemente importanti per compensare alcuni dei fattori “più soft” in cui Trump ottiene dei punteggi bassi.
L’asso nella manica di Trump: l’economia
Per quanto riguarda i fondamentali dell’economia, nei sondaggi Trump batte i Democratici al Congresso sugli argomenti più critici che potrebbero probabilmente influenzare l’esito delle elezioni USA, tra cui la gestione dell’economia, l’andamento dell’occupazione e la sicurezza nazionale. Stando a un sondaggio Politico/Morning Consult del 5-7 aprile 2019, in queste aree Trump risulta in vantaggio rispettivamente del 12%, del 10% e del 5%. Tra tutti i fondamentali che rappresentano dei fattori importanti nelle elezioni USA, i fondamentali economici saranno quelli da monitorare con maggiore attenzione. Se l’economia continuerà a crescere e il tasso di disoccupazione rimarrà basso, Trump avrà maggiori chance di essere rieletto.
Le implicazioni sui mercati finanziari
I mercati finanziari stanno già reagendo all’inizio della campagna per le elezioni presidenziali del 2020. La percezione, da parte del mercato, di un vantaggio dei Democratici, lo porta a scontare la loro politica populista per eccellenza, ovvero la proposta della Medicare per tutti. Va quindi letta in quest’ottica la pesante sottoperformance del settore sanitario che il 22 aprile registrava un rendimento del -0,14% da inizio anno, ben distante dal guadagno del 16,7% messo a segno dall’indice S&P 500, battuto a sua volta dai titoli industriali, mentre le materie prime hanno sottoperformato. Potrebbe esserci invece un rally delle materie prime nella speranza di un piano sulle infrastrutture.
Mancano ancora 21 mesi alle elezioni presidenziali, ma la battaglia è già iniziata. Il campo democratico vanta ben 20 candidati, la rappresentanza più nutrita degli ultimi anni, e la campagna e la raccolta fondi sono a buon punto.
In questa fase sembra che i Repubblicani abbiano il 50% di probabilità di riconfermarsi alla presidenza, ovvero che godano di possibilità migliori rispetto a quelle rilevate dagli attuali sondaggi e dalle aspettative di mercato. Questa gara sarà contraddistinta da un altalenarsi di alti e bassi che finirà col determinarne l’esito, e questo è il motivo per cui le chance di Trump sono alla pari. Tra le frecce al suo arco c’è l’indice di gradimento positivo sull’economia, mentre sul fronte negativo ci sono le delusioni riguardo ai tratti della sua personalità. In questa fase è troppo presto per dire chi vincerà. Nel nostro scenario di base vediamo Trump in corsa contro un candidato Democratico dell’establishment. In questo quadro, l’economia dovrebbe continuare a evidenziare una crescita a livello tendenziale oppure superiore al livello tendenziale. Tuttavia, potremmo assistere a una divaricazione delle performance sui mercati finanziari, con una sovraperformance delle azioni e del dollaro durante il secondo mandato di Trump e una sottoperformance dei tassi di interesse.
Commento a cura di Paresh Upadhyaya, Director of Currency Strategy, US Portfolio Manager di Amundi