Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha confermato oggi che la più importante banca centrale del mondo si è scostata dal suo framework convenzionale
Il framework convenzionale della Fed prevede di puntare sull’inflazione futura e di ignorare i fallimenti passati nel raggiungimento del suo target di inflazione. Quando si tratta di inflazione, il passato non è più passato per quanto riguarda la Fed di Powell. Il nuovo framework riconosce inoltre che anche lunghi periodi di bassa disoccupazione non hanno generato una significativa pressione al rialzo dell’inflazione e quindi saranno i “deficit”, piuttosto che le deviazioni dalla massima occupazione, a determinare il percorso della politica monetaria. La nuova formulazione degli obiettivi della Federal Reserve in materia di occupazione e inflazione implica che una ripresa del mercato del lavoro non sarà sufficiente a giustificare un aumento dei tassi di interesse se l’inflazione sarà inferiore o addirittura modestamente superiore all’obiettivo di inflazione del 2% della Fed.
Il nuovo quadro politico della Fed tollererà un’inflazione “moderatamente” al di sopra del 2% per un periodo non specificato, in modo che “l’inflazione sia in media del 2% nel tempo” e la forza del mercato del lavoro sarà valutata in termini di “deficit” piuttosto che di scostamenti rispetto alla massima occupazione. La Fed, come altre importanti banche centrali, non è riuscita a raggiungere il suo obiettivo di inflazione del 2% nell’ultimo decennio. L’impegno a “rimediare” ai bassi livelli di inflazione rispetto al suo target farà ben poco per aumentare l’inflazione attesa e realizzata. Ciononostante, il messaggio del discorso di Powell è inequivocabile: la Fed permetterà all’economia statunitense di “scaldarsi più a lungo” prima di prendere in considerazione l’aumento dei tassi d’interesse. Secondo il nuovo quadro annunciato da Powell, la Fed non avrebbe iniziato ad alzare i tassi di interesse nel dicembre 2015 anche dopo sette anni di tassi vicini allo zero e un tasso di disoccupazione in calo quando l’inflazione era solo dell’1½%. Ci sono voluti sette anni dopo la crisi finanziaria globale prima che la Fed iniziasse ad alzare i tassi di interesse – secondo il nuovo quadro politico della Fed, potrebbero volerci anche altri sette anni dopo la crisi attuale.
Il discorso del Presidente della Fed Powell, pur essendo importante, non ha dato nuove notizie, ma si è limitato ad affermare ciò che gli investitori avevano già concluso e i mercati finanziari hanno reagito di conseguenza. La Fed non solo vuole un aumento dell’inflazione, ma vuole che l’inflazione sia superiore al suo obiettivo del 2% per un certo periodo di tempo per recuperare l’ultimo decennio di bassi livelli, ma Powell non ha segnalato alcuna ulteriore azione politica che rafforzi la credibilità del suo obiettivo di inflazione.
L’evoluzione del framework della Fed, a seguito di un processo di revisione durato 18 mesi, come indicato nel discorso di Powell a Jackson Hole, era stata ben segnalata in anticipo e si rifletteva già nel fatto che i mercati obbligazionari non stavano prezzando alcun aumento dei tassi fino alla fine del 2023, come minimo. Al prossimo monetary policy meeting di metà settembre gli investitori torneranno a sperare in un ulteriore pacchetto fiscale da Washington e in ulteriori politiche di stimolo da parte della Fed.
Commento a cura di David Riley, Chief Investment Strategist, BlueBay Asset Management