Vicenda Huawei: ecco quali potrebbero essere gli effetti di più ampia portata

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Che cosa comporta questa controversia per il settore? La controversia potrebbe avere ampie implicazioni per gli investitori. Oltre all’impatto diretto su Huawei, sono infatti possibili diversi contraccolpi.

In sintesi: Huawei è il più grande esportatore di tecnologia della Cina, ma è fortemente dipendente dai fornitori statunitensi; l’escalation della controversia potrebbe danneggiare le compagnie tecnologiche non solo in Cina ma a livello globale, inclusi gli Stati Uniti; le catene di approvvigionamento globali potrebbero essere profondamente rimodellate visto che le imprese statunitensi e cinesi cercano di ridurre la reciproca dipendenza; è probabile che la Cina acceleri la sua politica industriale, che si concentra sullo sviluppo delle sue industrie tecnologiche; nel lungo termine, gli Stati Uniti e la Cina potrebbero divergere su standard tecnologici chiave mentre si contendono il primato nel settore e l’influenza economica.

Il quadro generale: la contesa per il primato tecnologico.
Le azioni nei confronti di Huawei dovrebbero essere viste nel contesto della disputa tra Stati Uniti e Cina per la supremazia tecnologica.

La tecnologia è al centro della politica industriale cinese “Made in China 2025”, che mira a stimolare lo sviluppo di determinate industrie hi-tech per ragioni economiche e di sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti considerano questa politica una minaccia ai propri interessi per le stesse ragioni.

Non è la prima volta che gli USA prendono misure contro la Cina: nel 2012 hanno proibito a Huawei e ZTE di vendere apparecchiature alle società di telecomunicazione statunitensi; hanno anche proibito ad alcune entità collegate alla Cina di acquisire società tecnologiche statunitensi; hanno poi accusato la Cina di violare le leggi sulla proprietà intellettuale e di attuare politiche volte a svantaggiare i detentori dei diritti di proprietà intellettuale negli Stati Uniti sui mercati internazionali.

Perché la questione è importante.
Date le dimensioni e il ruolo importante di Huawei nelle catene di approvvigionamento globali, le conseguenze delle mosse statunitensi contro l’azienda cinese potrebbero essere rilevanti, soprattutto se la controversia dovesse aggravarsi.

Huawei utilizza quasi il 10% della produzione mondiale di semiconduttori ed è un leader mondiale negli smartphone e nelle apparecchiature di telecomunicazione. La società ha recentemente superato Apple diventando il secondo produttore mondiale di smartphone. Ha un fatturato di oltre 100 miliardi di dollari e dà lavoro a circa 200.000 persone.

Gli impatti diretti.
Sono due i fattori alla base degli impatti diretti su Huawei.

Il primo riguarda il Design: alcune delle sue tecnologie sono molto avanzate (HiSilicon, una sussidiaria, ha grandi capabilities nel settore dei processori di applicazioni per smartphone, per esempio), ma l’opinione generale è che Huawei manchi ancora di capabilities per quanto concerne alcuni chip chiave (x86, RF) e nei diritti di proprietà intellettuale associati (in particolare per quanto riguarda il 5G e il software operativo mobile).

Il secondo è la Produzione: il tema riguarda la sua capacità di continuare ad avvalersi di TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company) come importante partner per la produzione di chip all’avanguardia. Dal punto di vista tecnologico, TSMC è molto più avanzata dei suoi omologhi cinesi, quindi questa relazione è fondamentale perché Huawei possa produrre i suoi prodotti. Gli effetti di più ampia portata Le aziende tecnologiche statunitensi e cinesi sono profondamente legate tra loro nelle catene di approvvigionamento globali. Un semiconduttore progettato in California potrebbe essere fabbricato a Taiwan, testato e confezionato nel sud-est asiatico, inserito in un prodotto fabbricato in Cina da una società statunitense e successivamente esportato negli Stati Uniti. Inoltre, Stati Uniti e Cina dipendono l’uno dall’altro come fonte di domanda. Secondo i dati disponibili, la Cina consuma circa il 60% della produzione mondiale di semiconduttori e le compagnie statunitensi ne forniscono quasi la metà. Vista la complessità di queste relazioni, gli impatti precisi della disputa tecnologica sono difficili da valutare.

Tuttavia, riteniamo che, se la controversia dovesse aumentare, le potenziali conseguenze sarebbero varie:

• La possibilità per le aziende tecnologiche statunitensi (ad esempio Apple) di vendere alla Cina, un mercato ampio e in crescita, potrebbe essere limitata. È probabile che le autorità cinesi reagiscano in qualche modo, ad esempio trattenendo le autorizzazioni doganali o revocando le licenze operative oppure imponendo divieti sui prodotti statunitensi.

• Se la controversia dovesse aggravarsi, è probabile che la Cina riveda le catene di approvvigionamento.

• È probabile inoltre che il Paese asiatico acceleri la sua politica tecnologica e cerchi fonti di approvvigionamento alternative, anche da imprese in Corea, Taiwan, Giappone ed Europa (nella misura in cui esistono). La domanda chiave è allora se gli Stati Uniti saranno in grado di esercitare un’influenza sui propri alleati per limitare l’accesso della Cina a questi mercati.

• Nel lungo periodo, Stati Uniti e Cina potrebbero divergere su standard tecnologici importanti, mentre si contendono il primato tecnologico e l’influenza economica. Il conseguente impatto sulle imprese che operano nella catena di fornitura globale della tecnologia è incerto.

Semiconduttori: il posizionamento di portafoglio.
Nel nostro fondo All China Equity non deteniamo società o aziende di semiconduttori nella catena di fornitura di smartphone che potrebbero essere influenzate negativamente dalle azioni statunitensi contro Huawei. Il settore IT è quello su cui abbiamo la posizione underweight più significativa, soprattutto vista la debole domanda degli utenti finali di smartphone.

Commento di Greg Kuhnert, portfolio manager dell’All China Equity Fund di Investec AM

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