I tempi turbolenti dovuti al coronavirus e alle sue implicazioni impongono azioni ponderate. L’outlook resta positivo, ma difficile ripresa rapida dei growth USA
Cosa succederà sui mercati e sugli growth USA?
All’inizio dell’anno, la situazione tecnica dei mercati è divenuta sempre più problematica, mentre l’ottimismo cresceva ben oltre la media. In generale, ci si aspetta che l’epidemia abbia effetti negativi sull’economia globale nella prima metà dell’anno, in una misura che gli attori del mercato non riescono ancora a stimare. Ad esempio, il turismo contribuisce per il 10% al PIL globale. Se i ricavi in questo settore calano del 30% – similmente al settore dei trasporti – ciò condurrebbe a un calo del 3% nella crescita economica.
Questa epidemia – come tutte quelle precedenti – avrà probabilmente un impatto temporaneo sui mercati azionari. Ciononostante, sembra utile attenersi a una politica di investimento difensiva, con dividendi azionari solidi e sostenibili, almeno per il momento. Difficile aspettarsi una ripresa rapida e una nuova sovraperformance dei costosi titoli growth USA. Questi titoli, che normalmente non pagano dividendi, hanno in parte un prezzo elevato come durante la bolla tech del 2000. I settori difensivi sono, fra gli altri, quello delle utilities e quello dei beni di consumo.
Con ogni probabilità ci aspetta una fase di mercato difficile, con uno sviluppo dei prezzi molto variegato. In termini di indici, tuttavia, è probabile che la maggior parte della recessione sia alle nostre spalle. Alcuni titoli – come il consumo o l’intrattenimento – potrebbero anche beneficiare dalle misure adottate per contenere l’epidemia.
Outlook: cauto ottimismo – difensivi con valore aggiunto
Mentre l’epidemia di coronavirus in Asia – e specialmente in Cina – sembra aver già superato il proprio picco, negli USA essa è all’inizio. Per questo i titoli growth USA particolarmente costosi senza dividendo – titoli in cui i gestori internazionali sono già sovrainvestiti – potrebbero soffrire ancora. A livello globale, le utilities non solo stanno pagando dividendi alti, in particolare se poste a confronto con i tassi di interesse obbligazionari che sono fortemente calati, ma sono anche, sempre a livello globale, il settore in cui i gestori sono più sottoinvestiti. Così essi devono investire se questi titoli dovessero continuare ad essere relativamente forti. Le solide azioni europee avranno probabilmente un buon rapporto rischio/rendimento e non sono toccate da possibili rischi sul dollaro. DJE sta investendo principalmente in azioni difensive. Nei fondi, la principale partecipazione riguarda E.ON, un’azienda tedesca dell’elettricità.
Commento a cura di Dr. Jens Ehrhardt, CEO di DJE Kapital AG