Mercati spaventati dal debito italiano

Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su email
Email
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram
Mercati spaventati dal debito italiano

I recenti sviluppi dello scenario politico italiano rappresentano inevitabilmente un rischio per gli attivi italiani e potenzialmente anche per l’Europa. I mercati reagiscono alle dichiarazioni sul debito italiano.

Nel caso in cui il nuovo governo si mobilitasse per garantire le sue varie promesse fiscali – tagli fiscali aggressivi, una flat-tax a doppia aliquota ed il reddito di cittadinanza – l’Italia si troverebbe a dover potenzialmente affrontare un marcato deterioramento della sua posizione fiscale, situazione che a sua volta accenderebbe l’ira sia delle autorità della zona euro sia delle agenzie di rating. Mentre il Paese attualmente gode di un surplus primario, i mercati temono che l’ambizioso pacchetto proposto, che finora non porta indicazioni sulle fonti di finanziamento, possa erodere rapidamente tale cuscinetto, mettendo a repentaglio la stabilità del rapporto debito italiano / PIL.

Al di là dell’incertezza fiscale, i mercati si sono spaventati per alcune delle proposte più allettanti della coalizione, come ad esempio la cancellazione di parte del debito italiano e l’emissione di passività governative trasferibili a breve termine (viste da alcuni come una valuta parallela). Mentre la proposta di cancellazione del debito italiano è stata abbandonata, i mercati penalizzano questo approccio poco ortodosso aumentando il premio richiesto per mantenere il debito italiano. Un’altra fonte di nervosismo è data dal fatto che la terza economia della zona euro potrebbe presto finire nelle mani di partiti ostili ad una permanenza dell’Italia nella moneta unica, e che sembrano avviati in rotta di collisione con Bruxelles: i prezzi degli attivi europei rimangono infatti molto sensibili a qualsiasi aumento del rischio di una rottura.

Nel nostro posizionamento obbligazionario, sull’Italia rimaniamo neutrali. Il recente aumento dello Spread è comprensibile e probabilmente continuerà ad aumentare fino a quando la politica non diventerà più ortodossa e prevedibile. Ma l’Italia beneficia di una migliore situazione finanziaria corrente e di una molto minore partecipazione estera al proprio debito italiano pubblico, il che la rende meno vulnerabile alla fuga di capitali rispetto alla crisi del 2012. Rimaniamo comunque meno convinti – per il momento – che esista un rischio esistenziale per l’Eurozona stessa, soprattutto nel momento in cui i controlli costituzionali impedirebbero un’uscita italiana dall’Euro anche se l’opinione pubblica ne fosse favorevole.

 

Commento a cura di Adrian Hilton, Responsabile tassi e valute di Columbia Threadneedle Investments

 

Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su email
Email
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram

Non perdere le notizie sui mercati e gli investimenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *