Nel 2020 tra gli emergenti ancora la Cina in primo piano

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Cina - investire nei consumi nel 2020

Nonostante alcuni pensino ad un rallentamento della crescita, la Cina anche nel 2020 sarà da tenere d’occhio per le grandi opportunità di investimento.

Quando si parla di azionario dei mercati emergenti, la scelta prevalente è quella di adottare un approccio ad ampio raggio. Tuttavia, guardare oltre i titoli dei giornali, e apprezzare i minimi dettagli, può dare agli investitori un vantaggio cruciale in un settore in cui l’eccessiva generalizzazione spesso si maschera da analisi. Spesso si pensa – erroneamente – che i mercati emergenti dipendano completamente dalle esportazioni delle commodity o di prodotti a basso costo. In realtà, molti dei mercati emergenti sono oggi all’avanguardia in settori in rapida crescita, come software o e-commerce.
La Cina è leader mondiale nei sistemi di pagamento senza contanti, che la sua popolazione ha accolto con entusiasmo. Nel 2018 lo shopping online rappresentava il 18,4% delle vendite al dettaglio in Cina. In Germania contava soltanto per l’11% e in Francia per l’8,8%[1]. Il Singles’ Day, un enorme evento annuale di shopping di Alibaba, anche detto l’Amazon cinese, che quest’anno è stato inaugurato da Taylor Swift, ha registrato vendite per 38 miliardi di dollari l’11 novembre di quest’anno.

I consumatori cinesi sono preoccupati per la trade war?
La crescita stellare dei profitti di Alibaba, che sono saliti del 73% nei dodici mesi precedenti a giugno 2019, sembra suggerire di no. I consumatori cinesi, per il prodotto giusto, non lesinano neanche sul prezzo. Kweichow Moutai, la più grande distilleria del mondo, vende bottiglie di baijiu a circa 250 dollari per una bottiglia da 500ml. La crescita dei suoi profitti nello stesso arco temporale è stata del 25%. Le tendenze di consumo e la moda stanno diventando sempre più importanti nei mercati emergenti. Prendiamo per esempio il caso della moda del running. Il numero di partecipanti alle maratone in Cina è cresciuto da 200.000 nel 2010 a 7,3 milioni nel 2018[2]. Anta Sports, il principale brand di abbigliamento sportivo del Paese, ne ha beneficiato. La base di spesa contenuta della società le dà un grande vantaggio rispetto ai competitori. I suoi profitti sono cresciuti del 30% tra giugno 2018 e giugno 2019. Se non si giungerà a un accordo sulla guerra commerciale tra Usa e Cina e ci sarà una reazione in Cina contro i brand statunitensi come Nike, Anta non potrà che beneficiarne. Cina, India, Brasile e Indonesia hanno tutti mercati interni ampi e le loro economie saranno sempre più guidate dalle spese dei consumatori in brand domestici. Le società di beni di consumo e di IT spesso godono il vantaggio di poter stabilire i prezzi, mentre ad esempio i produttori di commodity (petrolio, estrazione) sono società che devono rifarsi a un prezzo stabilito, con profitti più ciclici e meno regolari.

Se il futuro appartiene ai mercati emergenti, allora quel futuro sta crescendo proprio ora. Circa il 90% della popolazione globale di età inferiore ai 30 anni vive nei mercati emergenti[3]. Di che nazionalità saranno i giovani con la migliore istruzione in materie importanti per la crescita economica? L’OECD prevede che nel 2030, il 27% dei laureati in scienze, tecnologia, ingegneria o matematica verrà dall’India, il 37% dalla Cina, mentre solo il 4,7% verrà dagli Stati Uniti[4]. Parte delle motivazioni che hanno portato alla guerra commerciale tra Usa e Cina riguardavano la tutela della proprietà intellettuale.

Nel frattempo, la capacità della Cina di crearsi una sua proprietà intellettuale è cresciuta a ritmo sostenuto. La Cina è già al secondo posto nella classifica mondiale per numero di brevetti registrati, superata soltanto dagli Stati Uniti, ma più avanti del Giappone, molto più avanti della Germania e circa 10 volte più avanti del Regno Unito. Anche la spesa cinese in ricerca e sviluppo è al secondo posto a livello globale, e rappresenta circa il doppio rispetto a quella giapponese e il triplo di quella tedesca. La popolazione più istruita richiede alloggi di qualità superiore, e quindi avrà bisogno di prestiti. Secondo alcune stime, il settore immobiliare indiano potrebbe valere 180 miliardi di dollari entro il 2020[5], 650 miliardi entro il 2025, 1.000 miliardi entro il 2030[6].

Mentre nel mondo sviluppato molte banche devono attenersi a una regolamentazione sempre più stringente, con una crescita bassa quasi fossero utility, negli emergenti c’è ancora molto spazio di crescita. HDFC Bank per esempio ha già un numero di clienti in India (49 milioni) quasi pari all’intera popolazione britannica (66 milioni). I profitti di HDFC sono cresciuti circa del 20% all’anno.

Quando si parla di mercati emergenti, bisogna fare attenzione a non focalizzarsi esclusivamente su ciò che potrebbe andare male, ignorando l’importanza di ciò che invece potrebbe andare bene. Individuare i vincitori di domani sosterrà i rendimenti sul lungo termine. In qualsiasi punto del ciclo economico esistono società eccezionali che vanno bene, anche mentre altre, forse più esposte alle forze macroeconomiche, fanno fatica

Nel processo di individuazione delle società, siamo guidati dal principio di Warren Buffett dell’economic moat (letteralmente: “fossato economico”). Una società che ha un economic moat persistente, avrà profitti più protetti sul lungo termine, godendo di un vantaggio competitivo persistente che i competitor non riescono a raggiungere. Sebbene gli economisti traccino spesso un quadro irrealistico e teoretico di una competizione perfetta e istantanea, nel mondo reale un moat ampio e profondo può proteggere i vantaggi competitivi di un’azienda per molti anni.

Ci sono diverse tipologie di moat. Alibaba per esempio gode di un effetto network: è così ampiamente utilizzato – da 12 milioni di venditori e da 755 milioni di utenti attivi ogni mese – che rappresenta ormai un appuntamento fisso nella vita delle persone.
Il moat di Kweichow Moutai sono gli asset immateriali: il potere del brand. Anche Anta gode di questo moat, oltre che di vantaggi in termini di costi.
HDFC gode invece di uno stretto rapporto con i suoi clienti.

Quando i titoli dei giornali sono negativi, o i mercati vengono influenzati da generalizzazioni e semplificazioni eccessive, c’è spesso una buona opportunità di acquistare titoli di grandi società a prezzi ragionevoli. Ecco perché crediamo in un approccio basato su un’elevata conviction, un portafoglio concentrato e che investa sul lungo termine in titoli di società di qualità elevata che godono di moat solidi e sostenibili.

A cura di Nick Payne, Head of Global Emerging Markets Equities, Merian Global Investors

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