Dopo una forte crescita nell’ultimo trimestre del 2017, l’attività è stata relativamente debole nei primi tre mesi del 2018, in particolare nelle economie sviluppate.
Dove andrà l’economia globale nei prossimi trimestri? Ci sono tre punti da tenere a mente per affrontare quello che resta dell’anno:
- L’economia statunitense è in una condizione relativamente migliore rispetto a quella di altri paesi sviluppati.
- L’area dell’euro sta affrontando una crescita più contenuta del previsto e le preoccupazioni politiche stanno tornando a manifestarsi.
- Nei paesi emergenti, la crescita è tendenzialmente in aumento, ma la politica statunitense è ancora fonte di incertezza.
Negli Stati Uniti la crescita dovrebbe attestarsi intorno al 2,5% nel secondo trimestre, in quanto la riforma fiscale dovrebbe avere effetti positivi, in particolare per le imprese; i fondamentali per le famiglie sono sani e i consumi dovrebbero tornare al 2,5% nei prossimi trimestri.
Nell’eurozona la crescita dovrebbe continuare a rallentare rispetto al 2,7% a/a del quarto trimestre 2017; gli indicatori indicano una tendenza al 2%. Non ci aspettiamo una forte ripresa dell’attività nel trimestre in corso, contrariamente al consenso. I recenti sviluppi politici in Italia e in Spagna hanno alimentato preoccupazioni per i paesi periferici e le prospettive di una maggiore integrazione nell’UE stanno scomparendo.
Molte incertezze si sono accumulate e hanno pesato sul contesto “Goldilocks” che era in vigore alla fine dello scorso anno: la politica commerciale statunitense, la geopolitica e la situazione in Medio Oriente, i negoziati sulla Brexit, la politica nella zona euro e, infine, la volatilità dei prezzi del petrolio e delle valute sono potenziali rischi di ribasso che riducono la visibilità sullo scenario.
Infine, prevediamo che la crescita rimarrà solida nel secondo trimestre, con una leggera ripresa dopo i primi tre mesi deboli. Le preoccupazioni politiche e geopolitiche e i prezzi del petrolio potrebbero alimentare i rischi di un rallentamento della crescita e costringere le banche centrali ad adeguare il ritmo della loro stretta e delle loro strategie di uscita dai loro programmi di stimolo agli sviluppi a breve termine delle economie e dei mercati.
A cura di Patrice Gautry, Chief Economist di Union Bancaire Privée – UBP