Azionario cinese, possibile rimbalzo in vista

Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su email
Email
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram

Imponendo tariffe del 10% fino alla fine dell’anno invece del previsto 25%, l’amministrazione Trump limita l’impatto sull’economia statunitense in vista delle importanti elezioni di metà novembre.

Le tariffe più basse del previsto inizialmente imposte dagli Stati Uniti sulle importazioni cinesi suggeriscono che i mercati azionari cinesi dovrebbero tornare relativamente calmi, dopo un’estate tumultuosa. Infatti, il sell-off tra delle società cinesi focalizzate sul mercato interno sono giunte al punto in cui la flessione dei prezzi è simile a quella registrata nel 2008-09 o nel 2015.

Sebbene gli investitori continueranno probabilmente a vedere un peggioramento dei dati economici cinesi nei prossimi mesi, questi dati riflettono il deleveraging in atto in Cina all’inizio del 2018, in vista del riaccendersi delle tensioni commerciali durante l’estate. Da allora, tuttavia, il paese ha iniziato ad allentare la politica monetaria, fattore che dovrebbe portare a un rimbalzo nei dati economici e negli utili delle imprese andando verso il 2019. Ciò dovrebbe fornire il sollievo tanto necessario agli investitori.

A livello settoriale, ciò dovrebbe andare a vantaggio alle imprese domestiche. Ci aspettiamo che le banche cinesi traggano beneficio dall’allentamento della politica monetaria, con una ripresa ciclica del ROE e degli utili all’inizio del 2019. Nel lungo termine, tuttavia, privilegiamo l’healthcare, l’istruzione, l’IT/internet tech e i settori orientati al consumo interno. Queste aree non solo saranno meglio protette dal rischio di guerra commerciale diretta, ma gioveranno anche della trasformazione della “new economy” cinese.

In particolare, l’healthcare non ha ancora raggiunto il suo pieno potenziale in Cina, con una spesa medica in ritardo rispetto a quella dei paesi sviluppati. Il settore è destinato a crescere di pari passo con l’innalzamento del tenore di vita dei cinesi ed è particolarmente incoraggiato dalla politica del governo di estendere la copertura e il rimborso delle spese ospedaliere e farmaceutiche.

Il settore dell’istruzione è un probabile beneficiario dell’urbanizzazione e dell’aumento dei consumi. Negli ultimi due decenni, la spesa discrezionale per l’istruzione è salita al 56%, mentre la spesa per i beni di prima necessità è scesa al 44% (dal 75%). Questa tendenza secolare avrà ancora più spazio per crescere con l’aumento dei redditi e andrà a beneficio dei fornitori di servizi educativi.

Per quanto riguarda la tecnologia, ci aspettiamo che la Cina punti in modo ancora più decisivo a sviluppare il settore a livello del mercato interno, soprattutto se la guerra commerciale dovesse persistere. Ciò dovrebbe favorire in particolare gli sviluppatori Intelligenza artificiale e di soluzioni FinTech nell’ambito di questo impegno nazionale per accelerare la crescita secolare del settore.

A cura di Norman Villamin, Chief Investment Officer (CIO) Private Banking and Head of Asset Allocation, di Union Bancaire Privée – UBP

Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su email
Email
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram

Non perdere le notizie sui mercati e gli investimenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *