FAANG, è necessario guardare oltre ed essere obiettivi

Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su email
Email
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram
FAANG

I FAANG e il settore tecnologico possono emergere dalla crisi come i principali vincitori, ma non sono le uniche possibilità da cogliere

Nelle ultime settimane abbiamo sentito ripetersi la stessa storia: la ripresa del mercato azionario statunitense è dovuta interamente ai FAANG, ovvero Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google (Alphabet). È un fatto ampiamente noto e commentato che questi giganti tecnologici rappresentino una quota crescente della capitalizzazione totale del mercato azionario USA.

Quest’anno, i report hanno dimostrato che i FAANG + Microsoft rappresentano oltre il 20% della capitalizzazione totale di mercato dell’S&P 500, al di sopra della capitalizzazione totale di mercato di ciascun Paese, ad eccezione di Stati Uniti e Giappone. Dal 2009, la performance netta dell’indice MSCI USA ha raggiunto il 140% contro oltre il 700% delle sei grandi aziende tech. Soprattutto, gli stessi titoli hanno contribuito per oltre il 22% al rimbalzo dal crollo del mercato del 23 marzo 2020.

Tuttavia, anche se i numeri non mentono, non raccontano tutta la storia. Se si calcola il contributo di un titolo al suo indice quando alcune azioni dello stesso indice hanno una performance (fortemente) negativa – si pensi ai settori energetico e finanziario in calo rispettivamente del 40% e del 30% da inizio anno a oggi – l’apporto totale di tutti i titoli in crescita non ammonta a 100, ma a molto di più. Quindi, un tale contributo, anche se impressionante, non implica che la creazione di valore sia limitata a queste società. Arrivare alla conclusione che la crescita nei mercati azionari si spiega solo con la performance dei giganti della tecnologia è quindi un po’ forzato.

La rimozione dei titoli FAANG + Microsoft dall’indice (Figura 1) mostra che il differenziale di performance da FAANGinizio anno è meno di 4 punti percentuali e che l’indice ha comunque registrato un rassicurante rimbalzo di oltre il 30% dal 23 marzo. Riteniamo che il settore tecnologico possa emergere dalla crisi come uno dei principali vincitori e continuiamo ad esservi fortemente esposti nella nostra asset allocation. Tuttavia, crediamo che ci siano anche molte opportunità al di fuori delle grandi aziende tech che i gestori attivi saranno in grado di cogliere nell’ambiente attuale.

Commento a cura di Valentin Bissat, Senior Economist & Strategist di Mirabaud AM

Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su email
Email
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram

Non perdere le notizie sui mercati e gli investimenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *