Fed, con il nuovo framework la priorità si sposta sull’occupazione

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La Fed aggiusterà il suo target di inflazione per far sì che possa superare la soglia del 2%, controbilanciando le fasi di bassa inflazione

Il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, nel suo discorso del 27 agosto ha annunciato che la Fed aggiusterà il suo target di inflazione per far sì che possa superare la soglia del 2%, controbilanciando le fasi di bassa inflazione. Questo cambiamento implica che i policymaker non adotteranno politiche monetarie più restrittive a meno che non siano convinti che l’inflazione possa restare sopra il target in modo sostanziale e che l’occupazione sia solida e inclusiva anche per le classi a medio/basso reddito. Riteniamo che questi cambiamenti siano di supporto per gli asset rischiosi, compresi credito e azionario corporate, anche se la volontà della Fed di permettere all’inflazione di superare il 2% non verrà messa alla prova almeno per i prossimi anni.

È importante notare che il target di inflazione attorno al 2% è un’aspirazione, non un impegno a condurre una politica monetaria legata a una particolare formula o regola, e la forza di questa aspirazione è incerta. La Fed prevede di rivedere il suo framework sulla politica monetaria ogni cinque anni circa, e potrebbe apportare aggiustamenti significativi a obiettivi e pratiche in futuro.

Maggiore enfasi sull’occupazione
Ci sarà una maggiore enfasi sulle parti del mandato della Fed che riguardano l’occupazione rispetto a quelle sull’inflazione. Inoltre, nello statement del FOMC i riferimenti agli “scostamenti” dall’occupazione massima nel determinare la politica monetaria sono stati sostituiti da “deficit”, riconoscendo che i deficit persisteranno probabilmente almeno per i prossimi anni.

Più in generale i cambiamenti nel linguaggio intendono trasmettere la minore fiducia dei policymaker nelle loro valutazioni sulla massima occupazione. In effetti, la Fed sta mettendo da parte i suoi modelli nell’attesa di vedere un rialzo nei dati sull’inflazione prima di intraprendere qualsiasi azione restrittiva, per evitare quanto accaduto nel 2016.

Stabilità finanziaria
Sebbene alla Fed non manchino gli strumenti per gestire l’inflazione, ci si chiede se ciò possa essere fatto senza innescare alti livelli di volatilità nei mercati. Quindi, oltre a rendere l’approccio da “colomba” più esplicito, il FOMC ha aumentato l’enfasi sulla stabilità finanziaria nel nuovo framework. Nel suo discorso Powell ha sottolineato che le recenti fasi di espansione economica, che sono state insolitamente lunghe, non si sono concluse a causa dell’aumento dell’inflazione, ma per l’instabilità finanziaria, spingendo la Fed a tentare di rafforzare il sistema finanziario. Ciò non significa che ottenere un moderato superamento del target da parte dell’inflazione a fine ciclo farebbe venir meno i rischi di instabilità finanziaria, poiché alzare i tassi per cercare di far convergere l’inflazione verso il target, ma a fronte di un’accelerazione solo moderata, sarebbe un compito delicato. Il primo ciclo di inasprimento indotto dall’inflazione dalla fine degli anni ’80 potrebbe turbare i mercati finanziari e, a sua volta, l’economia reale.

Implicazioni economiche: i benefici di un mercato del lavoro più solido
Il nuovo framework della Fed permetterà quindi all’economia di surriscaldarsi per brevi periodi, con l’obiettivo di diffondere il più possibile i benefici di un mercato del lavoro più solido. Sebbene le politiche continueranno ad essere lungimiranti, lo saranno un po’ di meno in riferimento all’inflazione.

A nostro avviso, gli adeguamenti del framework aumentano le possibilità di un’espansione più lunga e riducono le probabilità di un rallentamento indotto dalla politica monetaria. Ciò dovrebbe essere di sostegno per le azioni e il credito, oltre che per i Treasury. Tuttavia, gli effetti complessivi a più breve termine saranno probabilmente limitati, a meno che la Fed non si impegni maggiormente a favore di una particolare regola o formula che disciplini il targeting dell’inflazione. Inoltre, prevediamo che ci vorranno anni prima che l’inflazione raggiunga il 2%, e quindi la nuova linea venga messa alla prova.

Commento a cura di Nikolaj Schmidt, Chief International Economist, T. Rowe Price

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