Il collezionista di Boutique

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Il collezionista di Boutique

Mediolanum International Funds è la regina europea della strategia multi-manager nel canale della distribuzione bancaria.

 

Una scelta ben ponderata, che da ormai oltre vent’anni continua a garantire risultati di primordine alla società del gruppo controllato dalla famiglia Doris Margherita Abbate Daga Con circa 40 miliardi di euro (su un patrimonio che supera i 50 miliardi) allocati a gestori terzi, Mediolanum International Funds Limited (Mifl), la Sgr di diritto irlandese del gruppo controllato dalla famiglia Doris, è lo «sponsor» di fondi in delega più grande d’Europa tra gli asset manager controllati da grandi gruppi bancari. E il quarto in assoluto, se si considerano anche i wealth manager e gli asset manager indipendenti. Il perché della scelta di investire in questo settore, che nella regione Emea ha raggiunto un nuovo record, con 1.666 miliardi di euro di attività affidate a gestori terzi da oltre 1.600 società sponsor (fonte: instiHub Analytics, dati di al 31 marzo 2021) e quali vantaggi comporti per Mifl e, soprattutto per i clienti finali, lo abbiamo chiesto direttamente all’amministratore delegato, Furio Pietribiasi. «In un mercato sempre più selettivo come quello dell’asset management, con una pressione sempre più forte sui margini», mette in chiaro, «non c’è ormai spazio per la mediocrità e se vuoi essere il migliore nelle gestioni attive non puoi affidarti alle tue sole capacità, ma devi delegare le scelte di investimento a chi è in grado di gestire il patrimonio dei tuoi fondi e dei tuoi clienti al meglio».

Anche gli asset manager più grandi e strutturati, spinti dalle pressioni del mercato, continua il ceo di Mifl, «spesso hanno dovuto ricorrere a competenze esterne, alcuni addirittura al sub advisory, per potere mantenere il proprio patrimonio. Ecco, noi invece lo facciamo da sempre. Da quando abbiamo stabilito la nostra fabbrica in Irlanda nel 1997». Quali sono le motivazioni alla base di questa scelta “filosofica”? Siamo partiti da un principio fondamentale: è sempre meglio affidarsi ai gestori più bravi. Quando sei una realtà giovane – come gruppo esistiamo da quasi quarant’anni, la nostra esperienza nell’asset management internazionale, invece, supera di poco i vent’anni -, è inutile voler competere con chi può vantare una ben più lunga esperienza, grande specializzazione, capacità di attrarre competenze e track record formidabili. Meglio allearsi. Volevamo dare ai nostri clienti qualcosa di unico, di nuovo, di assoluta qualità. E abbiamo pensato la strategia giusta per riuscirvi fosse quella multi-manager. Un singolo gestore può ottenere risultati eccellenti, ma la sua strategia è sempre incentrata sul processo di investimento e su un certo stile. E questa strategia può anche restare indietro, perché è soggetta ai cicli dei mercati. Tuttavia, combinando diversi stili di gestione, le rispettive strategie possono compensare i reciproci periodi di debolezza. E poi è sempre possibile cambiare gestore, se entra in un periodo di underperfomance. Ecco perché attualmente, circa il 90% dei fondi Mediolanum è gestito da gestori terzi di prim’ordine. Tra questi ci sono nomi di spicco come Invesco, BlackRock, Morgan Stanley e JP Morgan.

Tuttavia, anche le partnership strategiche con boutique più piccole e innovative possono dare un 27 Furio Pietribiasi ceo di Mediolanum International Funds Ltd 28 Luglio / Agosto 2021 importante contributo alla diversificazione dei portafogli dei clienti. E offrono vantaggi decisivi per gli investitori. Infatti, recentemente avete investito altri 500 milioni di euro in una partnership con tre boutique di gestione altamente specializzate. Quali sono i vantaggi di una gestione affidata alle boutique? Le boutique, nel mondo dell’industria dell’asset management, rappresentano un’opportunità enorme: in termine di risultati, di diversificazione e di relazione. I loro gestori sono completamente concentrati sui loro investimenti e prestazioni. Non dedicano molto tempo ed energie alle vendite o alle attività di marketing. E di solito agiscono come imprenditori, perché sono azionisti della loro azienda. Praticamente tutti i manager investono anche i propri soldi nelle loro strategie. Ciò significa che i loro interessi e quelli dei clienti sono praticamente identici. E il track record è impressionante. Ci sono studi che dimostrano che le boutique con un approccio di investimento attivo hanno sovraperformato sia le non boutique che gli indici negli ultimi 20 anni. Ma non si tratta solo di garantirsi performance migliori. Ci piace lavorare con le boutique anche perché siamo un cliente importante e riceviamo un livello di servizio corrispondente. Al contrario, per le grandi case che gestiscono trilioni, difficilmente ci distinguiamo dagli altri clienti. Per noi è importante negoziare termini e condizioni competitivi, che ovviamente avvantaggiano anche i nostri investitori. E questo con le boutique è possibile. È il nostro modo di offrire qualcosa di unico e distintivo, evitando quella omologazione che caratterizza da tempo il nostro settore, dove la concentrazione della distribuzione e allocazione di investimenti è verso le strategie flagship di pochi gestori noti. Non c’è diversità, noi invece siamo convinti che sia un valore.

E alle nostre reti in Italia e in Spagna e ai promotori indipendenti con cui collaboriamo in Germania, vogliamo fornire delle soluzioni prodotto uniche. E per questo alla nostra competenza gestionale interna vogliamo unire l’expertise delle boutique che selezioniamo. E non è affatto semplice selezionarle. Come fate? Grazie al nostro team d’investimento, composto da una cinquantina di membri in Irlanda, probabilmente uno dei più esperti nello scouting di investment manager di talento in Europa (l’esperienza media supera i 25 anni), che adotta un approccio sia qualitativo che quantitativo. Innanzi tutto vengono attentamente analizzate le decisioni di investimento dei gestori per avere un’idea delle loro capacità. L’analisi consente anche di capire se una buona performance è dovuta alla competenza in materia di investimenti di un gestore o se è stata coinvolta anche una buona parte della fortuna. Inoltre, i dati consentono di confrontare le metriche comportamentali delle singole strategie individuate con quelle di altre +50 mld di euro in gestione così investiti: 54% equity 26% fixed Income 20% multiasset 2021 Luglio / Agosto 29 quando le loro strategie erano sfavorite dai mercati (che negli ultimi anni hanno premiato soprattutto le strategie growth). Queste nuove partnership ci aiuteranno a conseguire il nostro obiettivo di investire nei prossimi 5 anni un terzo delle masse gestite da terzi stabilendo partnership con boutique di gestione, alimentando con loro nuove strategie o investendo in quelle già esistenti. Naturalmente tutto ciò si traduce in un vantaggio per il cliente Mediolanum.., Certamente.

Molte di queste strategie non sono disponibili sul mercato retail: o sono riservate agli investitori istituzionali o in Europa non sono ancora arrivate. I nostri clienti invece le hanno a disposizione anche con un investimento di poche migliaia di euro. Parliamo ora di mercato. Lo scorso anno, dopo un primo periodo di ribassi, i mercati hanno comunque continuato a rispondere bene, nonostante le economie dei diversi paesi avessero mostrato segni inevitabili di forti rallentamenti e cali. Oggi si vedono segni di ripresa e crescita generalizzate. Possiamo dunque attenderci che i prossimi mesi saranno ricchi di opportunità? Devo ammettere che non sono mai stato così positivo. Stiamo uscendo da un momento assolutamente straordinario dal punto di vista storico. Il covid ha avuto un impatto pazzesco sulla vita di tutti. E sulle economie di boutique e asset manager di maggiori dimensioni, per identificare i principali elementi di differenziazione di ciascuna strategia. Analizzando da vicino una strategia, il nostro team garantisce che la boutique in questione integri in modo significativo la gamma multi-manager di Mifl e contribuisca a un’ampia diversificazione. Ma non basta: limitarsi a individuare i manager con le migliori prestazioni significherebbe perdersi completamente le boutique giovani e sconosciute. Per trovarle, è necessario anche l’aspetto qualitativo nel processo di selezione. La cosa principale è controllare e verificare il track record di un manager. Per questo il team di Mediolanum dialoga intensamente con i manager per comprenderne la storia e valutarne i punti di forza e le competenze. La base per lo scambio diretto con i gestori del fondo sono le informazioni precedentemente ottenute nel processo quantitativo. L’analisi preventiva garantisce che nel colloquio vengano poste le domande giuste e che i fatti cruciali vengano verificati per verificare l’integrità e la qualità del gestore della boutique in questione.

Insomma, solo combinando un’analisi Il nostro obiettivo è investire nei prossimi 5 anni un terzo delle masse gestite da terzi stabilendo partnership con boutique di gestione, alimentando con loro nuove strategie o investendo in quelle già esistenti quantitativa e qualitativa si può ottenere il miglior risultato. È così che abbiamo selezionato anche le ultime tre boutique con cui abbiamo siglato una partneship: l’americana Pzena Investment Management, l’inglese Mondrian Investment Partners (entrambe specializzate nella gestione value) e la startup Atlas Infrastructure (che, come dice il nome, si concentra nel settore delle infrastrutture). Le prime due, per esempio, hanno una lunga storia, sono altamente specializzate, e vantano track record straordinari. Hanno fornito ampia dimostrazione della loro resilienza sovraperformando sia i principali gestori generalisti loro diretti concorrenti che i loro relativi indici, anche 30 Luglio / Agosto 2021 tutti i paesi. Un impatto che ha innescato interventi altrettanto straordinari da parte dei governi e delle banche centrali. E ha accelerato trend assolutamente dirompenti. Uno su tutti, quello della sostenibilità. Non vorrei però limitare il tema ai criteri esg. È un tema molto più ampio. Nella pandemia ci siamo improvvisamente resi conto di quanto sia importante riuscire a produrre e consumare in modo diverso. Sostenibile, appunto. E ci siamo resi conto di quanto sia importante che questo avvenga in tempi abbastanza rapidi, entro i prossimi vent’anni. Sembrano tanti, ma sono pochi comparati alla storia economica del mondo moderno. Ecco, il cambiamento sarà disruptive e generalizzato: dovrà avvenire nel mondo delle infrastrutture, delle energie, delle linee di produzione, ovunque. Siamo di fronte a un’incredibile opportunità di replacement. Le aziende do- Christophe Jaubert chief investment officer È il responsabile di tutta le gestione diretta e multi-manager.

Presiede il comitato di investimento di Mediolanum, nel quale integra le visioni tattiche e strategiche della casa con quelle dei migliori gestori di fondi di terze parti selezionati dal team di manager research. Dirige l’espansione del team di investimento e si occupa della performance degli investimenti e contribuisce all’evoluzione del processo di investimento della società (Med3), che usa sia analisi fondamentali cahe tecnica per la scelta delle migliori opportunità di investimento. IL TEAM DI GESTIONE DI MEDIOLANUM INTERNATIONAL FUNDS LIMITED Inma Conde head of manager research Guida il team di analisti responsabile della selezione dei manager. Lavora al fianco dei gestori di portafoglio per identificare le migliori idee, in conformità con il processo di investimento proprietario di Mediolanum. Vanta un’esperienza ventennale, e si è unita a Mifl nel 2018, dopo aver ricoperto il ruolo di direttore degli investimenti al Minnesota Philanthropy Partner, una delle più grandi fondazioni di comunità negli Stati Uniti Brian O’Rourke head of investment partnerships Professionista degli investimenti con oltre 20 anni di esperienza nella gestione patrimoniale in un’ampia gamma di classi di attività, da azioni e reddito fisso, hedge fund, private equity. È arrivato in Mediolanum da Bank of Ireland Private Banking. Ha iniziato la sua carriera a Cambridge Associates. 27 gli anni di esperienza media del Senior Investment Team 2021 Luglio / Agosto 31 vranno cambiare. E, a prescindere che abbiano un rating esg alto o basso, l’importante è investirci e supportarle nel loro processo di cambiamento.

Non possiamo investire solo in chi è già virtuoso. Anzi dobbiamo aiutare l’economia mondiale a cambiare. Di recente uno studio di Bank of America ha stimato in oltre 30 trillion (30mila miliardi) di dollari gli investimenti programmati per le nuove infrastrutture sostenibili. Con un’ovvia ricaduta anche su altri settori. Come quello dei nuovi materiali. Stiamo già vedendo gli effetti della ripresa economica sulla domanda e sui costi delle materie prime. Lo stesso succederà con nuovi materiali in grado di essere più coerenti con il trend della sostenibilità. Se a tutto questo, si aggiunge uno scenario caratterizzato da tassi bassi e il nuovo «piano Marshall» globale che è stato messo in moto, ecco, le op- Charles Diebel head of fixed income Strategy Vanta oltre 30 anni di esperienza nei mercati finanziari. È coinvolto in tutti gli aspetti dell’attività obbligazionaria, dalla costruzione di view macro topdown alla loro implementazione all’interno della gestione di portafoglio bottom-up e di strategie multi-manager. È un rispettato commentatore dei mercati con frequenti apparizioni sui media, oltre a essere un oratore molto ricercato. Prima di entrare in Mifl è stato global head of rates di Aviva Investors. In precedena ha ricoperto diversi ruoli dirigenziali presso società come Nomura International, Rbs e Société Générale. Bish Limbu head of multi-management Entrato in Mediolanum nel 2020, con alle spalle una carriera lunga oltre 25 anni, si occupa di sviluppare l’offerta multi-manager, una componente portante della suite di prodotti Milf e Mil.

È responsabile della ideazione, costruzione e supervisione dei portafogli multi-manager e lavora a stretto contatto con i team di manager research e market strategy. Bish e il suo team sono responsabili di selezionare, ottimizzare e migliorare l’efficacia della gestione attiva nelle soluzioni multi-manager obbligazionarie, azionarie e multi asset. Brian O’Reilly head of market strategy È responsabile della formazione delle prospettive economiche globali e della strategia di asset allocation ed è membro del Mediolanum Investment Committee. È un abituale key-note speaker e ha pubblicato su svariati argomenti relativi alla macroeconomia e al mercato degli investimenti. Prima di unirsi a Mifl è stato in Davy, in qualità di head of investments e chief investment strategist. Ha iniziato la sua carriera in Gsam prima di trasferirsi in Ubs dove è stato head of research a Londra. 32 Luglio / Agosto 2021 In Mediolanum ho trovato un ambiente estremamente imprenditoriale. È un’azienda che ha sempre cercato di innovare, di crescere, di fare le cose prima degli altri. E questo per me è stato uno stimolo fondamentale, perché mi ha dato la possibilità di essere imprenditore pur non essendo l’azionista principale. Nel corso della sua carriera nella finanza qual è la lezione più importante che ha imparato? E di cosa va più orgoglioso? Ho imparato che non bisogna mai sottovalutare le situazioni. Mai. Anche nei momenti più positivi bisogna sempre stare attenti all’imprevisto.

Come è altrettanto vero che anche nelle situazioni più critiche e più preoccupanti ci sono grandi opportunità. Lo so bene: sono divento ceo di Mifl nel pieno della crisi finanziaria del 2008. E mi sono trovato ad affrontare situazioni completamente sconosciute. Sono fiero di aver imparato a gestire l’emotività: tutti tendiamo a essere prudenti quando la situazione è critica e ad essere aggressivi quando la situazione è positiva. Ecco, è uno sforzo psicologico enorme, ma bisogna riuscire a fare esattamente il contrario. Come abbiamo fatto in Mifl durante la crisi del covid, acquisendo più di 40 nuove risorse con grandissime competenze, approfittando di un momento in cui molti asset manager vista la volatilità, erano impegnati a bloccare nuove assunzioni o nel peggior degli scenari, a prevedere tagli e ristrutturazioni. portunità non mancheranno di certo. Sono anche convinto che nasceranno nuove società di successo. In fondo, Amazon è nata nel 98, Tesla nel 2003, e oggi sono tra le aziende a più grande capitalizzazione del mondo. Non mi stupirei se in tempi molto più rapidi di quelli necessari a Amazon e Tesla per imporsi, vedremo nuove realtà raggiungere dimensioni simili, naturalmente con modelli di business diversi, che cavalcheranno queste nuove opportunità dettate da grande cambiamento in atto. Insomma, nel medio-lungo termine vedo un nuovo rinascimento per l’economia mondiale.

Nel frattempo dovremo far 47 professionisti degli investimenti 142 dipendenti in totale fronte alle volatilità di breve termine, ai singhiozzi legati al covid e ai vaccini, ai momenti in cui l’inflazione s’infiammerà un po’, a tutti quei fenomeni che da sempre caratterizzano i mercati finanziari e che giustificano anche il ruolo dei gestori professionali come noi. E soprattutto il ruolo della gestione attiva che negli ultimi 18 mesi ha mostrato il valore aggiunto che può generare rispetto alla gestione passiva. Più nel breve, quali sono le aree di investimento che ritenete potranno riservare maggiori soddisfazioni? Sono molto positivo sull’Italia. I grandi investitori internazionali hanno iniziato a investire anche nelle nostre piccole e medie imprese, non solo nelle grandi aziende. Non solo: il mercato beneficerà moltissimo anche del Pnrr e l’enorme liquidità che si è accumulata nei conti correnti, verrà reinvestita appena i risparmiatori ritroveranno la fiducia perduta. Quello italiano è un mercato dei capitali, tenuto conto della dimensione dell’economia, molto più indietro rispetto al resto d’Europa, quindi sono convinto che potrà offrire opportunità migliori.

Tratto da Asset Management luglio – agosto 2021

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