Il record dei titoli convertibili proseguirà anche nel 2021

Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su email
Email
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram
convertibili

2020 positivo per le obbligazioni convertibili. Nonostante la pandemia, l’asset class ha ottenuto performance superiori a quelle dei mercati azionari

In un anno difficile per i risky asset, due fattori principali spiegano la buona performance delle obbligazioni convertibili:

  1. un effetto di convessità intrinseca (l’aggiustamento automatico della sensibilità azionaria dello strumento con le variazioni del prezzo del titolo sottostante) che ha dispiegato i suoi benefici a pieno regime durante tutto l’anno, e;
  2. il bias strutturale di “crescita” dell’asset class, dove i vincitori della “stay-at-home economy” hanno una rappresentanza significativa (business come la sicurezza informatica, i software, i servizi di comunicazione e l’e-commerce).

Il 2020 ha registrato livelli record di attività primaria sui mercati obbligazionari convertibili. Nel corso dell’intero anno sono stati emessi complessivamente titoli per 160 miliardi di dollari – il massimo per l’asset class dal 2007.

Al di là delle cifre, le tendenze sono molto interessanti. La diversità delle operazioni è una di queste. Per i “vincitori” della stay-at-home economy (aziende IT e healthcare in testa), così come per le aziende la cui attività è stata sospesa per i lockdown (come le imprese del settore del tempo libero e del turismo e l’aviazione), il mercato delle obbligazioni convertibili ha offerto un accesso efficiente e rapido alla liquidità di cui si aveva urgentemente bisogno in un momento in cui i canali di finanziamento tradizionali erano praticamente chiusi. Dal punto di vista della gestione di portafoglio, l’eccezionale dinamismo del mercato primario si traduce in maggiori opportunità di diversificazione in settori e imprese che beneficiano di forti prospettive: da un lato, le aziende esposte a tendenze strutturali che incorporano solide prospettive di crescita nel lungo periodo (come la trasformazione digitale, la cybersecurity e il med-tech), e, dall’altro, le aziende esposte al tema della “ripresa dopo il COVID-19“, che dovrebbero beneficiare della riapertura delle economie una volta stabilizzata la situazione sanitaria.

Grazie alla loro duplice natura, le obbligazioni convertibili offrono agli investitori la possibilità di posizionarsi attivamente su queste tendenze con una volatilità molto più bassa e un rischio di ribasso notevolmente ridotto rispetto agli investimenti azionari diretti. Questo ha funzionato molto bene nel 2020 e non vediamo alcuna ragione per cui debba cambiare nel 2021.

Commento a cura di Scarlett Claverie-Bulté, Convertible Bond Investment Specialist di Union Bancaire Privée (UBP)

Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su email
Email
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram

Non perdere le notizie sui mercati e gli investimenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *