Cripto-attività l’asset class emergente

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La Commissione europea ha presentato Mica (Market in Crypto Assets), un’ambiziosa bozza di regolamento per affrontare il settore dei criptoasset in modo strutturato, in un’ottica di compromesso tra innovazione tecnologica e tutela degli investitori, specie retail

 

Secondo coinmarketcap, il più grande aggregatore statistico del settore, il market cap globale delle criptovalute al 10 maggio 2021 era superiore ai 3mila miliardi di euro (dei quali mille in Btc e 360 in Eth), distribuiti su un numero globale di investitori lievitato dai 35 milioni del 2018 ai 101 milioni del terzo trimestre 2020 (dati del Cambridge Center for Alternative Finance, 3rd Global Cryptoasset Benchmarking Study). Attratti da questa crescita e dai forti rendimenti, sono sempre più numerosi gli operatori finanziari istituzionali che iniziano a fornire servizi crypto: ad esempio, Wells Fargo e JP Morgan Chase consentiranno alla propria clientela qualificata di partecipare a fondi di cryptocurrency; Paypal ha già abilitato negli Usa i pagamenti mediante cryptovalute, e annunciato che ne consentirà prelievi e depositi; dal 1° luglio 2021 gli Spezialfond tedeschi potranno investire fino al 20% in cryptoasset, per importi stimati in oltre 300 miliardi di euro; Visa ha annunciato numerosi progetti per consentire agli utenti di incassare Bitcoin e altre criptovalute e utilizzarle in 70 milioni di negozi a livello globale. La quotazione sul Nasdaq dell’exchange Coinbase, lo scorso 14 aprile, a una valorizzazione iniziale di quasi 100 miliardi di dollari, ha simbolicamente rappresentato l’accettazione del mondo dei cryptoasset da parte della finanza tradizionale. Con cryptoasset (o cripto-attività) si indica un’ampia categoria di prodotti finanziari, che costituiscono una rappresentazione digitale di valore o di diritti che possono essere trasferiti e memorizzati elettronicamente, utilizzando la tecnologia blockchain (a sua volta una forma di Dlt o Distributed Ledger Technology). In funzione dei loro differenti utilizzi, se ne individuano diverse subcategorie come ad esempio:

• le sempre più diffuse cryptocurrency (o criptovalute), ovvero token ideati per fungere da valuta transazionale, che la 2021 Maggio / Giugno 51 prassi di mercato vede invece spesso utilizzati come riserva di valore, fra i quali Bitcoin (Btc), il cryptoasset attualmente più capitalizzato al mondo; • gli utility token, destinati a fornire l’accesso digitale a un bene o a un servizio, fra i quali rientra la piattaforma Ethereum con i suoi token Eth (secondo cryptoasset per capitalizzazione); • gli stablecoin, finalizzati al mantenimento di un valore stabile mediante ancoraggio a un valore sottostante, come monete fiduciarie aventi corso legale o specifiche merci; • gli ancora sperimentali security token, rappresentativi di uno strumento finanziario sottostante. La regolamentazione finanziaria, tuttavia, a livello globale non riesce a tenere il passo e rimane frammentaria, se non del tutto inesistente. La Commissione europea ha posto la questione in cima alla sua agenda Fintech per i prossimi tre anni, presentando un’ambiziosa bozza di regolamento, denominata Mica (Market in Crypto Assets), in consultazione in tutti gli stati membri. Il Mica intende affrontare il settore in modo strutturato, definendo gli attori del nuovo mercato e imponendo loro una trasparenza e una procedimentalizzazione fino a oggi inedita a livello mondiale, in un’ottica di compromesso tra innovazione tecnologica e tutela degli investitori, specie retail. Mentre i cryptoasset qualificabili come strumenti finanziari (come i cosiddetti security token) rimarranno soggetti alla disciplina Mifid e alle normative nazionali di attuazione, il Mica intende disciplinare i cryptoasset qualificabili come prodotti finanziari non soggetti alla Mifid, come gli utility token, gli stablecoin, gli e-money token (stablecoin agganciati al valore di una valuta avente corso legale), utilizzando una tecnica normativa che consentirà alla norma di seguire lo sviluppo tecnologico.

Tuttavia, rimarranno fuori dal perimetro del Mica anche la finanza decentralizzata (Defi), e gli Nft (Non-Fungible Token), cioè certificati di proprietà digitali registrati su blockchain e associati a un token unico non intercambiabile, uno dei maggiori trend digitali del 2021, la cui regolamentazione è oggetto di accesi dibattiti da parte delle autorità bancarie centrali nazionali europee. Anche gli stock token stanno riscontrando un grande interesse: sono cryptoasset non convertibili in azioni, che abbassano le barriere all’entrata per investitori su titoli costosi: Binance ha appena lanciato le azioni tokenizzate di Apple (Aapl), di Microsoft (Msft) e della società di business intelligence MicroStrategy (Mstr), consentendo agli utenti di scambiare azioni frazionate, mentre gli stock token risulterebbero garantiti dai titoli sottostanti, detenuti presso il fornitore tedesco di servizi finanziari Cm-Equity AG. Si tratta di un mondo in forte evoluzione, purtroppo ancora rinchiuso in una torre d’avorio digitale, le cui potenzialità tecnologiche, certamente non semplici da comunicare, vengono oggi a malapena comprese da pochi pionieri e addetti ai lavori; si tratta altresì di un’opportunità che, in futuro, in pochi potranno permettersi di perdere

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